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Ambra, la pietra solare della Grande Madre

L’Ambra non è un minerale, ma una resina fossile. Il reperto di Ambra più antico risale al tardo Carbonifero (320 milioni di anni fa), ma i reperti più abbondanti appartengono a un periodo di circa 123-135 milioni di anni fa, al periodo Cretaceo.

A quell’epoca il Nord Europa era ricoperto da immense foreste di conifere appartenenti a una specie ora estinta (Pinites succinifer o Pinus succinifera), i cui tronchi essudavano una resina terpenica non molto diversa da quella prodotta oggi da pini e abeti. Quando le foreste vennero ricoperte dal mare, la resina finì sul fondale e venne sepolta da strati di sabbia e detriti che si trasformarono in rocce sedimentarie al cui interno, grazie al calore e alla pressione, la resina solidificò, incontrando le condizioni adatte per conservarsi fino ai giorni nostri.

Un tempo, i popoli baltici raccoglievano l’Ambra lungo le rive del mare. Durante le mareggiate, ciottoli di Ambra grezza venivano staccati dalle rocce che li includevano e sospinti fino al bagnasciuga. Le popolazioni indigene che la raccoglievano la utilizzavano come combustibile, come incenso o come ornamento, oppure vi scolpivano talismani e figure di animali magici o genitali, utilizzati per propiziare la fertilità. L’Ambra è la pietra preziosa più antica: già nel Paleolitico veniva impiegata in rituali o come gioiello: collane d’ambra e talismani sono stati rinvenuti in numerose tombe preistoriche in tutta Europa e nel Mediterraneo.

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Grazie agli scambi con i mercanti infatti, lungo quella che prese appunto il nome di Via dell’Ambra, questa pietra raggiungeva luoghi anche molto lontani, come il Medio Oriente o l’Egitto, e il suo mistero affascinava tutte le culture con cui giungeva in contatto: la sua luce, il fatto che a volte portava incastonati insetti o piccoli rettili o fiori, e la sua capacità di elettrizzarsi se strofinata con lana o seta.

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Il termine con cui la chiamavano i Greci era infatti elektron, da cui proviene l’italiano elettricità. Il termine Ambra invece viene dal suo nome arabo: anbar.

Plinio il Vecchio, nel II sec. d.C.,  già supponeva si trattasse di un prodotto di origine vegetale, infatti si riferisce all’Ambra con il termine succinus, ovvero succo di alberi. Aveva notato infatti che l’Ambra, se bruciata, produce un odore simile a quello delle altre resine. Ma oltre a questa numerose teorie erano state formulate in merito alla sua formazione, tra cui quella di Nicia, molto suggestiva, che supponeva si trattasse di raggi di sole al tramonto solidificati.

Pytheas di Marsiglia, nel IV secolo a.C., fu forse il primo Greco a visitare le terre del Nord e a descriverle nel suo libro, Sull’Oceano, andato perduto e giunto a noi solo sotto forma di frammenti citati da altri autori, tra cui lo stesso Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Pytheas, commerciate marsigliese, comprò una nave con la quale compì il periplo delle coste d’Europa, dal sud della Francia fino ai Paesi Baltici, dove scoprì la terra quella che lui chiama l’isola di Abalo (ancora non esattamente individuata, forse identificabile con l’Heligoland o la penisola di Samland), luogo d’origine dell’Ambra.

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Secondo alcune leggende proveniva dall’India, secondo altre dall’Africa, secondo altre ancora da certe isole chiamate Elettridi situate alla foce del Po. Il mistero sulle origini di questa pietra era alimentato probabilmente anche dai mercanti, che preferivano tenere nascosta l’esatta provenienza di una delle loro merci più preziose, che gli indigeni vendevano per pochissimo e che nel Mediterraneo era invece acquistata come bene di lusso.

Un mito greco narra che quando Zeus colpì Fetonte, figlio di Apollo, con un fulmine, per fermare la sua pazza corsa attraverso il cielo a bordo del carro del Sole (aveva già bruciato un pezzo di cielo, formando la Via Lattea, e un pezzo di terra, trasformando la Libia in deserto), il giovane cadde morto sulle rive del fiume Eridano (il Po) e le sue sorelle, le Eliadi, lo piansero con così tante lacrime che Zeus, impietosito, le trasformò in Pioppi, e le loro lacrime in grani d’Ambra.

Nei Paesi Baltici invece le origine dell’Ambra vengono fatte risalire a quando Juraté, regina del mare, si innamorò di Kastytis, un pescatore. Il padre della dea, geloso, punì l’amore della figlia distruggendo il suo palazzo di Ambra e trasformando lei stessa in schiuma di mare. I pezzi del palazzo di Juraté, sotto forma di grani, si sparpagliarono per il mare, e a volte raggiungevano le sue rive…

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Nonostante un tempo l’Ambra si raccogliesse come conchiglie lungo la riva del mare, oggi per procurarla è quasi sempre necessario effettuare delle trivellazioni, che vanno a recuperare l’Ambra ancora incastonata nei fondali marini. Un metodo sicuramente meno romantico, e molto più violento, che risveglia questo fossile dal suo lungo sonno senza attendere che la Natura lo consegni spontaneamente alle rive del mare…

Altre varietà di Ambra, oltre all’Ambra baltica (la più famosa e diffusa) sono quella dominicana e quella messicane (risalenti a epoche più recenti – circa 40 milioni di anni fa) e la simetite, estratta in Sicilia e risalente al Miocene.

La natura dell’Ambra in quanto pietra è molto particolare. Trattandosi di un fossile di origine vegetale, le sue vibrazioni sono più simili a quelle del mondo organico rispetto a quelle di altre pietre. Inoltre, la sua genesi e la sua storia la collegano intimamente all’Akasha, quel tessuto di informazioni vibrazionali in cui ogni evento accaduto rimane registrato. L’Ambra non proviene dalle viscere della Terra, come i minerali, ma è nata sulla superficie del pianeta, come noi, ed è stata parte di un albero, ne è stata il pianto. Milioni di anni fa ha iniziato il suo lungo viaggio, durante il quale è sprofondata sui fondali marini per trasmutarsi in pietra preziosa. Gli antichi reputavano l’Ambra un essere vivente, e in effetti essa lo è, è viva (come del resto lo è ogni pietra, viva, anche se di una vita molto lontana dal nostro tempo, una vita lentissima per noi, di contemplazione profonda), è viva e carica di memorie della Terra. Nelle sue cellule sono rimaste impresse le vibrazioni energetiche di milioni di anni di trasformazioni, nella sua trama sono intessute le memorie dei boschi primordiali, del mare e anche del Fuoco, perché essendo resina, è legata all’elemento Fuoco e al calore che le conifere distillano e sprigionano grazie al loro metabolismo interno.

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E’ perciò una pietra, se per praticità così vogliamo chiamarla, molto interessante: il suo patrimonio di memorie le conferisce una saggezza profonda, che attraversa le epoche. La sua vibrazione a contatto con l’aura umana è diversa da quella delle altre pietre: è meno precisa, il suo raggio meno “chirurgico” nell’azione, il suo effetto più rotondo, dolce, simile a quello dei vegetali per l’appunto.

L’Ambra è una pietra di Terra e di Sole, legata al culto della Grande Madre nella sua forma di Signora del Mare. Nell’Ambra gli elementi danzano insieme e si tengono abbracciati: la Terra, il Fuoco, l’Etere (Akasha), l’Acqua e anche l’Aria, contenuta nei grani sotto forma di bollicine di eterno presente. La sua sacralità veniva riconosciuta già nella preistoria, quando già la si utilizzava in rituali magici legati alla fertilità e al culto della Dea, di cui l’Ambra rappresentava il volto solare.

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Anche questo aspetto la rende speciale: il Sole è generalmente associato al principio maschile, mentre l’Ambra ci mostra la forza e l’autorità solare in tutta la loro femminilità, superando la dualità nella fusione degli opposti.

L’Ambra è una pietra di grande protezione, che sostiene i processi di guarigione e di riequilibrio energetico, ispirando saggezza e centratura. E’ una pietra di terzo chakra (Manipura), come mostra il suo colore giallo, ma anche in questo è particolare: l’Ambra infatti stimola le qualità più femminili legate al terzo chakra, le sue qualità più interiori: utilizzata come gioiello o nella meditazione ci aiuta a trovare il nostro centro, il nostro equilibrio interiore, l’autostima e la fiducia in noi stessi, sviluppando il lato femminile dell’autorità e della forza.

L’Ambra ci dice che soltanto da un cuore aperto e da un sole interiore che vibra ad elevata frequenza possono nascere azioni efficaci e scelte giuste. La tenacia, la determinazione, la perseveranza, la forza (tutte qualità del terzo chakra) si disperdono se alla loro origine non hanno un sole splendente, un palazzo dorato, un grande lago calmo le cui acque sono continuamente alimentate da una sorgente di luce interiore.

L’Ambra inoltre stimola anche il secondo chakra, Svadhisthana, legato all’energia creativa e alla fertilità, non solo biologica) e il quarto chakra, Anahata, il chakra del Cuore, connesso all’Amore per se stessi e per gli altri. Indossare una collana di grani d’Ambra (facendo attenzione che si tratti di Ambra naturale  e non di una delle numerose contraffazioni in commercio o addirittura di un falso in plastica o vetro) stimola tutti e tre i chakra, donandoci fiducia in noi stessi, apertura di cuore e stimolando la nostra creatività. La sua azione è più delicata e necessita di più tempo rispetto a quella di altri cristalli, ma la sua dolce luce penetra in profondità nella nostre cellule, sostenendoci anche nei periodi più oscuri.

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Un uso molto specifico di questa pietra è legato al suo potenziale akashico. L’Ambra è una pietra della memoria, e come tale può essere d’aiuto durante le meditazioni volte a far emergere dal mare del nostro inconscio ricordi sepolti, antichi, risalenti forse ad altre vite. Con la sua luce interiore e il suo calore, l’Ambra ci protegge e ci permette di contemplare questi grani di memoria inondandoli di sole e donando loro un senso nel contesto della nostra vita. Questo è però un uso molto avanzato e delicato dell’Ambra, un uso sacro, un dono offerto a chi è pronto per esplorare la sua connessione con l’Akasha ed espandere la consapevolezza del Sé.

L’Ambra è la pietra della Dea, un gioiello da Regine. Le donne la possono indossare per risvegliare la Dea dentro di sé, e gli uomini per dare più spazio al proprio lato femminile, per renderlo più fiero, più robusto.

Rudolph Steiner consigliava di far indossare collanine d’ambra anche ai bambini durante la dentizione, in quanto riteneva che questa pietra facilitasse il processo. In effetti, l’Ambra è portatrice di energia solare e protettrice di tutti i processi di crescita.

Secondo alcuni testi del Buddhismo Mahayana, l’Ambra è la pietra preziosa associata simbolicamente al quarto dei Sette Gioielli (sette virtù), e cioè a spathika, il gioiello dell’altruismo (che secondo altri testi è invece simboleggiato da perle o dal cristallo).

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La Visione dell’Ambra:

L’Ambra parla con voce di miele. E’ la voce della Dea Madre, Iemanjà, che abita il Mare. I suoi capelli sono schiuma dorata dai raggi del Sole, il suo corpo sono le Acque, sull’orlo delle sue vesti si stendono immense Foreste verde scuro.

Figlia alchemica del Mare e degli Alberi, io porto il Sole dentro di me. Porto i segreti degli insetti, la memoria di boschi sommersi, la musica di millenni di onde. Sono lacrime di Luce, grani d’Estate, il mio calore è un calore antichissimo, generato da un Fuoco nato milioni di anni fa e mai estinto. Il Fuoco non si spegne, ma si trasforma di continuo. Io ne sono la prova vivente. Io vivo nel contatto profondo, con me ritornano le memorie del Mondo custodite dal Mare dell’Inconscio.

Sono essenza di Bosco solidificata e la mia Luce ti collega all’infinito Akasha, dove puoi ritrovare la tua connessione all’Uno. Esisto grazie al tempo, proprio come te, ma il tempo non mi imprigiona. E’ solo un modo di essere, un ponte verso il Sé. Oltre il tempo, io sono ancora resina di alberi in foreste lussureggianti, sono ancora calore di fuoco, sono ancora ciottolo nel mare profondo che protegge la mia cottura lunghissima, la mia trasmutazione. Sono ancora zanzara e felce, sono bolla d’aria, sono schiuma di mare e sabbia, sono corteccia, ago di pino, balsamo, fumo d’incenso, sono talismano, sono raggio di Sole, moneta di scambio, monile divino, lacrime di donne albero, scaglie di un palazzo sottomarino. Sono tutte queste cose e molte altre ancora. Non c’è limite al mio essere, sono tutto contemporaneamente e reco in me la memoria delle Stelle. Nel mio corpo sono registrate vibrazioni marine, terrestri e cosmiche di milioni di anni, eppure sono leggera, quasi trasparente, tiepida. Puoi portarmi con te e quando mi guardi ricordare le ere che contengo. Io ti faccio dono di me, adagiandomi sulla riva del Mare, perché tu possa apprendere la mia saggezza e viaggiare insieme a me oltre il Tempo, nell’Akasha. Figlia alchemica del Mare e degli Alberi, sono il tuo gioiello. Vestimi e diventa la Dea che già sei.

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Parole chiave: protezione, guarigione, fiducia in se stessi, Grande Madre, memoria akashica

Colore: giallo oro con sfumature arancio, marroni o verdi

Chakra stimolati: II, III, IV

Per approfondire:

-M.Gienger, L’arte di curare con le pietre, ed. Crisalide, Spigno Saturnia, 1997

-K.Raphaell, La luce dei cristalli, ed. Verdechiaro, Baiso, 2012

Stony beach of Baltic Sea

Tormalina Nera, la pietra della Purificazione

La Tormalina è un minerale primario che si forma nelle rocce plutoniche, ovvero quelle che solidificano più in profondità sotto alla crosta terreste, intrudendosi nel magma e poi risalendo verso la superficie in un lento viaggio che può durare migliaia di anni, portando con sé il proprio messaggio evolutivo cristallizzato nelle viscere alchemiche della Terra.

Esistono Tormaline di svariati colori (verdi, rosa, marrone, blu, gialle…), poiché la caratteristica delle Tormaline è la struttura, che rimane costante nonostante i componenti chimici possano cambiare, donando alla pietra un colore e proprietà di volta in volta diverse.

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La Tormalina nera, o Sciorlo, di cui ci occuperemo qui, costituisce il 95 percento di tutta la Tormalina finora rinvenuta sul pianeta Terra ed è costituita da sodio e ferro. E’ una pietra nota fin dall’antichità, che i maghi medievali utilizzavano durante gli incantesimi come protezione contro i “demoni della Terra”. Il nome “Sciorlo” deriva dal nome con cui nel Medioevo veniva indicato un paese della Sassonia oggi detto Zschorlau, dove si trovavano miniere di alluminio all’interno delle quali si rinveniva spesso anche questa Tormalina. Per quanto riguarda invece l’etimologia del termine Tormalina, deriva probabilmente dal cingalese turamali (molta della Tormalina in commercio proviene proprio dallo Sri Lanka), che significa “pietra che attira la cenere”. Infatti una delle caratteristiche più interessanti di questa pietra, che si riflette anche sul piano energetico, è la sua capacità di caricarsi elettricamente, sia se riscaldata (piroelettricità) sia se sottoposta a una certa pressione (piezoelettricità), trasformandosi in un magnete.

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Nella tradizione araba questa pietra era ritenuta un simbolo del Sole, in grado di rafforzare il cuore e di proteggere dagli incubi.

In effetti, la Tormalina è un vero e proprio Sole nero, che concentra in sé un potenziale energetico enorme e radiante. Le sue proprietà eterico-fisiche la rendono inoltre una pietra in grado di incanalare le energie negative e inquinanti, non assorbendole ma trasmutandole, creando un vortice energetico che cambia il segno alla forza che lo attraversa. Questo le viene permesso anche grazie alla sua struttura di lunghe striature che corrono perfettamente parallele, incanalando i raggi elettrici della luce che trasformerà immediatamente le vibrazioni più dense in flussi energetici positivi. La Tormalina nera tesse un’intricata rete di luce nella nostra aura, donandoci gioia, forza, pace, e purificandoci dalle interferenze negative, liberandoci dai parassiti energetici, rafforzando il nostro campo aurico e innalzando le sue vibrazioni. Più alta è la frequenza a cui vibriamo, più difficile è per le malattie e i parassiti (sia fisici che eterici!) attaccarci, in quanto queste entità hanno frequenza vibratorie molto basse. La Tormalina nera, aumentando le nostre frequenze, ci dona integrità e protezione, innalzando uno scudo energetico intorno a noi. Ci protegge inoltre anche dalle energie negative che provengono dall’interno di noi stessi (in fin dei conti, tutto ciò che accade accade dentro di noi, non altrove), neutralizzando nevrosi ed emozioni deleterie come collera, risentimento, gelosia e insicurezza.

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La Tormalina nera è utile anche per incanalare l’energia e farla scorrere da un chakra all’altro, e in particolare per radicare alla Terra il chakra della radice, Muladhara. Con il suo nero profondo e luminoso, la Tormalina ci fa sentire sicuri sulla Terra, ci offre protezione e uno spazio sicuro in cui agire, ci fa sentire con pienezza il nostro diritto a esistere. Questa è naturalmente anche una conseguenza del sua rafforzamento delle vibrazione auriche, in quanto un’elevata frequenza vibratoria ci fa sentire più sicuri, limpidi, interi e protetti, liberandoci dall’insicurezza, dalla tensione, dalla titubanza e dalla maldestrezza tipiche di chi non si sente autorizzato a esistere, oppure è vittima di sanguisughe energetiche.

Indossare una Tormalina nera o assumere gocce del suo elisir di gemma ci possono aiutare a purificare il nostro campo energetico da scorie e agenti inquinanti di ogni tipo: psichici, eterici e fisici. Infatti questa pietra fenomenale è anche un’ottima protezione contro i campi elettromagnetici, come quelli per esempio generati dalle apparecchiature elettroniche da cui siamo quasi perennemente circondati.

La Tormalina, grazie alle sue proprietà e alla sua splendida, generosa energia di Sole nero, attrae verso di sé le radiazioni elettromagnetiche e le trasforma. Questo è il suo grande potere: non le assorbe, non le tiene dentro di sé caricandosi di negatività, ma si comporta come un catalizzatore, tramutando le energie, cambiando la loro carica da negativa in positiva! Questa è un proprietà fantastica che tutti noi dovremmo fare nostra e che rende la Tormalina nera una pietra estremamente attuale – non a caso è dagli anni Ottanta che si è iniziato a rinvenire grandi quantità di questa pietra, che affiora dalle viscere di madre Terra proprio in questo momento della nostra evoluzione…

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Sistemando una Tormalina vicino al computer, al modem, al cellulare o a qualunque altra fonte di inquinamento elettromagnetico, possiamo proteggerci dalle radiazioni e contare sul potere trasformante di questa preziosa pietra. Inoltre, la Tormalina è ottima da utilizzare nei rituali di purificazione dei luoghi, durante i quali “risucchia” verso di sé tutti i “demoni” e le energie malefiche presenti in un posto, liberandoli in seguito nell’atmosfera in vortici di energia pulita.

Sistemata ai quattro angoli di una stanza, crea una griglia di purificazione e di protezione.

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Mettere una Tormalina nera sotto al cuscino quando si dorme, oltre a proteggere da eventuali campi elettromagnetici (a questo proposito, ricordo che, visto che il sonno è un momento delicato e importantissimo della nostra vita, durante il quale il nostro corpo si autopulisce e il nostro spirito esce dal corpo fisico per compiere viaggi in astrale, è buona norma dormire in stanze prive di fonti di inquinamento di ogni genere, provvedendo a spegnere ogni dispositivo elettronico presente), provvede a scaricarci di tutte le energie negative accumulate durante la giornata, donandoci sogni limpidi (questo lo dico per esperienza: dormire con una Tormalina mi procura sempre sogni particolarmente chiari, forse per via della protezione che la pietra mi offre contro le intrusioni esterne).

Sul piano meramente fisico, la Tormalina nera è utile come energizzante, come antinfiammatorio e ovviamente per proteggere da qualsiasi tipo di radiazioni.

Utilizzata in cristalloterapia, la Tormalina può effettuare dei veri e propri esorcismi, attirando fuori dal corpo le energie parassitarie che lo abitano, purificando l’aura, ripulendo il campo energetico del cliente e sintonizzandolo su una frequenza vibratoria limpida, compatta, elevata.

Appoggiata sui chakra, la Tormalina nera genera dei vortici di energia trasformativa che mettono in contatto l’interno con l’esterno, liberando le energie contenute nel corpo, sciogliendole, movimentandole, creando un turbine che si fonde con le energie provenienti dal cosmo, attratte verso il chakra dalla Tormalina stessa. Si crea così, grazie alla pietra, un vortice in cui le energie malefiche vengono inevitabilmente trasmutate, risintonizzandosi con le frequenze più alte.

Questa sua caratteristica, rende la Tormalina uno dei costituenti fondamentali dell’orgonite, (http://www.orgonite.info/), un dispositivo in grado di trasformare le energie negative di un ambiente in energie di luce.

Infine, si possono sistemare pezzi di Tormalina nera nei vasi delle piante: questo, oltre a proteggere le piante da parassiti di ogni genere, farà sì che l’energia rigenerante delle piante stesse venga potenziata e meglio diffusa nell’ambiente.

La Tormalina nera è un canale e uno scudo magico, che non lascia penetrare le energie dannose ma le riflette trasformate. E’ un altro grande dono di madre Terra, una pietra di immensa saggezza e potere, come diceva già Bernardo Caesius nel XVII secolo, definendo la Tormalina “simbolo di quella saggezza che rimane luminosa anche di fronte alle vicissitudini del destino”.

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La sua saggezza deriva dalla capacità di trasmutare l’energia, che la rende invincibile e le dona anche una qualità riequilibrante molto potente.

Tra tutte le pietre e i cristalli, la Tormalina nera è, paradossalmente, una di quelli che necessitano di venire puliti e ricaricati meno spesso! Questo perché riesce a tenersi pulita da sé, incanalando le energie ma non trattenendole e sempre trasmutando, esattamente come dovrebbe fare un buon terapeuta! E’ importante e grande la lezione che possiamo apprendere dalla Tormalina nera, questa Maestra scura e luminosa venuta a insegnarci in silenzio e a offrirci la sua protezione quando più ne abbiamo bisogno.

Katrina Raphaell durante una seduta di cristalloterapia

Katrina Raphaell durante una seduta

Secondo la grande esperta di cristalli e terapeuta Katrina Raphaell, la Tormalina è una dei minerali della Nuova Era, materializzato sul pianeta Terra da forme di vita più elevate per favorire la nostra evoluzione. Katrine Rapahell, nel suo libro La luce dei cristalli, dice a proposito della Tormalina nera: “Essa insegnerà ai suoi seguaci come conservare la propria radiosità anche nelle circostanza più sfavorevoli e come mantenere la consapevolezza spirituale vivendo in città inquinate, circondati da gente inconsapevole. Essa condivide i suoi segreti sul modo per piantare nella mente delle persone semi spirituali destinati a sbocciare in germogli di consapevolezza.”

Nel repertorio di essenze alaskane, l’elisir di gemma Black Tourmaline è utile per proteggere dalla tossicità ambientale, per aiutare in caso di jet-lag o in caso di sovraccarichi di energie ambientali. E’ molto utile per le persone ipersensibili o esposte a lungo a televisione, computer, luci fluorescenti e altre fonti di inquinamento. Serve a detossificare in modo equilibrato a livello fisico, emotivo e mentale. Black Tourmaline è “uno strumento di precisione per la liberazione di energia tossica o stagnante trattenuta nei corpi sottili, nel corpo fisico e nell’ambiente; assorbe le energie disarmoniche e le scambia con energia fresca e incontaminata, aiuta a creare lo spazio neutrale necessario prima che possiamo successivamente invocare le energie positive nel nostro ambiente.” (S.Johnson, L’Essenza della Guarigione)

Parole chiave: purificazione, protezione, scudo energetico, radicamento, trasmutazione

Colore: Nero

Chakra stimolato: I

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La Visione della Tormalina nera:

Durante la meditazione con i cristalli, mentre mi trovavo sdraiata a terra supina, ho sistemato una Tormalina nera sul mio plesso solare, circondata da sei pezzi più piccoli di Tormalina rosa grezza, anche chiamata Rubellite, fantastica per movimentare energie ed elevarle alla frequenza del chakra del Cuore.

(Nel resto del corpo avevo: due punte di cristallo di rocca tra le caviglie, una rivolta verso il piede destro una verso il sinistro,; due punte di cristallo di rocca nelle mani, rivolte verso i polsi; un cristallo di rocca biterminato nella zona del VII chakra e una grossa punta di ametista appoggiata sul terzo occhio, rivolta verso il naso, per incanalare le energie cosmiche in entrata nel settimo chakra verso i chakra inferiori. Una volta sistemata, ho fatto passare alcune volte, lentamente e con attenzione, il cristallo che tenevo nella mano destra lungo la mia linea dei chakra, ascoltando i messaggi energetici che arrivavano dal mio corpo e riequilibrando l’energia dove necessario tramite il movimento del cristallo di rocca. Questa sistemazione dei cristalli serve per indurre un flusso di energia pulito in tutti i canali del corpo, connettendosi con le energie cosmiche, ed è ispirata ai preziosi insegnamenti di Katrina Raphaell. Meditando con i cristalli, è possibile percepire un’energia ad altissima frequenza percorrere i nostri corpi, pervadendoli di luce e visioni. Personalmente, benché mediti anche senza l’aiuto dei cristalli, trovo che meditare insieme a questi Maestri sia sempre un’esperienza inaspettata, ricca di sorprese e profondamente rigenerante, soprattutto utile in caso si voglia comunicare con gli Spiriti delle pietre o con altri Spiriti Maestri. I cristalli sono potenti, agiscono quando il loro campo elettromagnetico entra in contatto con la nostra aura e hanno un’efficacia immediata, soprattutto nel riequilibrare le energie dei chakra.)

Una volta entrata in stato meditativo con alcuni profondi respiri, l’effetto della Tormalina nera si è fatto sentire subito. Ma a differenza di come mi accade di solito, non ci sono state, almeno inizialmente, visioni…

Sono tutta nel corpo e i miei sensi sono accesi. Sento una specie di peso sul terzo chakra, proprio dove ho appoggiato le Tormalina. Ma il peso si trasforma in una sensazione di “stappo”, come se qualcosa si fosse sbloccato e ora avesse iniziato a scorrere. Sento la mia energia uscire come un vortice dal mio terzo chakra e fondersi con l’energia che proviene dal Cosmo, che ora è come risucchiata verso di me e si concentra proprio sul terzo chakra. Sopra al mio corpo steso si forma un grande tornado energetico, che ruota su se stesso donandomi una sensazione di piacere, liberazione, armonia. Il mio respiro si fa più ampio, più libero. Dal mio centro partono onde che mi percorrono tutta, formando cerchi concentrici. Nel mio terzo chakra sento splendere un Sole nero luminosissimo, che emette raggi di energia, di luce concentrata.

Vibrazioni ad altissima frequenza mi percorrono, ripulendomi e ricaricandomi. Le sento con forza e chiarezza. La mia energia si purifica e trasmuta, fondendosi con quella del Cosmo, che ora non sembra più provenire dall’esterno ma da dentro di me. Mi dissolvo in questo momento, lasciandomi attraversare dalle onde e fondendomi con esse.

Pulso di Luce. Vibro di Luce. Il centro dell’Universo è nel mio terzo chakra: Manipura.

E’ soltanto a questo punto che arriva un’immagine.

Vedo una magnifica cavalla nera, bellissima e possente, dal manto luminoso, che corre libera al galoppo attraverso una prateria dorata.

Questa cavalla è tutta nell’Adesso, si muove in un continuo presente ad altissima concentrazione. Nell’Adesso lei è intera e libera. E’ energia allo stato puro.

Parte da lei, dalla sua criniera, il vento che agita le foglie luccicanti degli alberi.

Tutta l’energia che permea questo spazio proviene da lei, che pulsa di Vita.

Io sono questa cavalla nera, collegata direttamente con la Fonte di energia primordiale, figlia del Sole, spazio di luce immensa dentro cui vibra tutto l’Universo, e corro al galoppo nella Luce, nessuno mi può fermare perché il movimento nella gioia è la mia stessa natura.

Sono Luce che vibra, il mio centro emette potenti raggi di energia mentre il mio Io limitato si lascia dissolvere…

Grazie Tormalina nera, grazie Maestri per gli insegnamenti che ci offrite.

OM. Shanti, Shanti, Shanti.

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Per approfondire:

-M.Gienger, L’arte di curare con le pietre, ed. Crisalide, Spigno Saturnia, 1997

-S.Johnson, L’Essenza della Guarigione, ed. Bruno Galeazzi, Bassano del Grappa, 2004

-K.Raphaell, La luce dei cristalli, ed. Verdechiaro, Baiso, 2012

-K.Raphaell, La guarigione dei cristalli, ed. Verdechiaro, Baiso, 2013

http://www.energymuse.com/blog/black-tourmaline-must-have-crystals/

http://www.eyeofhorus.biz/stones-crystals/black-tourmaline-schorl-meaning/

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Pietra di Luna, la pietra dell’Intuizione

La Pietra di Luna è conosciuta e considerata magica fin dall’antichità. Si riteneva che questa pietra fosse costituita da raggi lunari solidificati. Nel mobile luccichìo azzurro presente al suo interno, i Romani scorgevano la presenza di una dea. Essi identificavano la Pietra di Luna con Diana, l’Artemide greca, dea dei boschi, degli animali selvaggi, della caccia rituale e della Luna.

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La Pietra di Luna appartiene alla classe dei tettosilicati. E’ un feldspato potassico su cui, a causa della struttura lamellare, la luce incidente si rifrange, determinando i riflessi bianco bluastri, quel barlume azzurro chiaro che compare e scompare a seconda della luce e che tecnicamente è un fenomeno ottico chiamato adularescenza, da Adularia, il nome di una varietà di Pietra di Luna trovata nelle Alpi europee, in Svizzera.

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La Pietra di Luna è un minerale primario idrotermale. Questo significa che si forma nelle viscere alchiemiche della Terra, durante la lenta solidificazione del magma, quando i minerali in esso sospesi precipitano, aggregandosi. In particolare, nel caso della Pietra di Luna così come dell’Amazzonite, della Fluorite e della Kunzite, durante il processo viene coinvolta anche l’acqua, che entra così a far parte della natura più intima della pietra, influenzandone carattere e proprietà.

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Se il progressivo raffreddamento del magma fa scendere la temperatura dell’acqua al di sotto di quella critica (372°C), si può avere la formazione di soluzioni acquose. Al di sopra della temperatura critica l’acqua si trova sempre allo stato gassoso, indipendentemente dal valore della pressione a cui è sottoposta. Ma sotto i 372°C, a certe pressioni elevate, possiamo già trovarla allo stato liquido. E’ allora che le sostanze disciolte nell’acqua, ovviamente più fluida del magma, danno origine a un tipo di minerali chiamati idrotermali (dal greco hydor, acqua, e therme, calore).

La caratteristica del processo litogenetico primario è la cristallizzazione di un liquido. Da una situazione di caos creativo, in cui son presenti tutte le sostanze ma nessuna forma, si va via via strutturando uno schema, una configurazione energetica che darà origine a un’entità particolare, con un determinato colore, una determinata geometria, una determinata frequenza.

Il magma è la matrice dalla quale sorgono tutte le rocce e tutti i minerali e la sua composizione cambia a seconda della regione terrestre.

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Nella formazione dei minerali primari a partire dal magma originario entrano in gioco svariati fattori: pressione, temperatura, spazio e tempo di raffreddamento, composizione del magma, e tutti questi aspetti influenzano le caratteristiche terapeutiche delle pietre a cui danno origine.

I minerali primari, tra cui la Pietra di Luna, sono solitamente pietre speciali per aiutarci a cristallizzare, a dare forma cioè, e a portare fuori il potenziale racchiuso in noi e ci ricordano anche che solo quando le nostre potenzialità riescono a trovare il loro ambito ottimale (metaforicamente calore, pressione, spazio…) possono giungere a manifestarsi adeguatamente.

Le rocce magmatiche e i minerali primari ci aiutano a sviluppare e a dispiegare il nostro potenziale complessivo e favoriscono i processi di apprendimento. Ogni minerale di origine magmatica rappresenta determinate qualità interiori delle quali favorisce lo sviluppo. Allo stesso modo, è in grado di stimolare la consapevolezza psicologica e lo sviluppo di modelli di pensiero e comportamento che contribuiscono alla guarigione.

I minerali primari sono inoltre ottimi promotori del processo di crescita, sostenendoci in tutte quelle situazioni in cui ci troviamo di fronte a cambiamenti radicali, o quando dobbiamo metabolizzare nuove impressioni o esperienze.

Nel caso dei minerali primari idrotermali, oltre a queste caratteristiche, occorre anche tener presente il ruolo svolto dall’acqua, che fa in un certo senso da madrina alle pietre, trasmettendo loro i suoi poteri legati all’inconscio, al femminile, alla memoria e alla trasmissione di informazioni, alla fluidità, alla trasparenza. Non dimentichiamo che l’acqua è una sostanza magica, dalle caratteristiche fisico-chimiche uniche al mondo.

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Il potenziale che la Pietra di Luna aiuta a sviluppare è quello dell’Intuizione, ovvero la capacità di connettere il II e il VI chakra (il terzo occhio), facendo sì che emozioni e consapevolezza si armonizzino, comunicando e lavorando insieme e aprendosi al tempo stesso alla luce che arriva dal VII chakra. La Pietra di Luna aiuta a raggiungere un buon equilibrio emotivo, mettendoci in contatto con le nostre emozioni in maniera delicata, collegata appunto alla consapevolezza. Da questo stato di equilibrio e serena accettazione delle emozioni, possiamo fare quel salto che ci permette di trasmutarle in consapevolezza superiore, e cioè in intuizione, chiamata anche nelle sue forme più evolute chiaroveggenza, sesto senso, psichismo. La Pietra di Luna è collegata anche alla ghiandola pineale (l’epifisi, una ghiandola misteriosa che regola la produzione di melatonina e quindi la nostra sensibilità alla luce e che è strettamente connessa al VII chakra). Può influenzare il mondo dei sogni e delle visioni, essendo un minerale in rapporto con la Luna e quindi le maree, il mare, l’inconscio individuale e collettivo. Stimolando l’intuizione, la Pietra di Luna stimola anche la capacità di fare sogni lucidi o premonitori, nuotando con il corpo astrale nel mare dell’Inconscio. Fin dal passato è stata utilizzata come pietra per potenziare l’attività onirica, oltre che per stimolare la fertilità, regolare il ciclo mestruale e attenuare l’ipersensibilità femminile ad esso legata.

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La Pietra di Luna, proprio come il corpo celeste da cui prende il nome, è un minerale che stimola potentemente alcune qualità del femminile: fertilità, amore, intuizione, sesto senso.

Questo però non significa che non possa tornare molto utile anche agli uomini: infatti, un uomo che ricorre all’aiuto di questa preziosa pietra, potrà integrare meglio il femminile dentro di sé, portando alla luce qualità che, essendo tipicamente yin , sono fondamentali per l’armonioso sviluppo della persona come microcosmo. Aiuta inoltre chi ha un atteggiamento troppo maschile (che si tratti di uomini o di donne) ad accettare il proprio femminino, i sentimenti, le emozioni.

Dormire con una Pietra di Luna sotto al cuscino porta sogni lucidi e visioni. Appoggiare una Pietra di Luna sul VI chakra durante la meditazione aiuta a sviluppare la facoltà intuitive, ovvero la capacità di attingere all’Akasha, di conoscere le cose come stanno, “bypassando” la mente razionale, di sentire la verità di una situazione, di prevedere gli eventi sincronizzandoci con il Cosmo. Indossare abitualmente una Pietra di Luna può inoltre aiutare a stabilizzare il ciclo mestruale, equilibrare il lato emozionale rendendolo più lucido e quindi più focalizzato, stimolare eventualmente la fertilità. Infine, la Pietra di Luna smussa le spigolosità del carattere, favorendo la dolcezza.

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Il potere della Pietra di Luna è massimo durante il plenilunio e vicino al mare.

Per ricaricarla non bisogna esporla ai raggi del Sole ma, naturalmente, a quelli di sua madre, la Luna piena.

Per purificarla è possibile passarla nel fumo di ramoscelli di incenso di salvia bianca oppure tenerla qualche istante sotto a un getto d’acqua (meglio se acqua viva quale quella di un torrente limpido, del mare, di una cascata..), oppure ancora seppellirla nella Terra per un giorno o lasciarla all’aperto in una notte di Luna nuova (questi ultimi due metodi sono particolarmente efficaci se ci si trova in ambienti il più possibile incontaminati e selvaggi, vicini agli elementi).

Nel repertorio di essenze alaskane, è presente l’elisir di gemma ottenuto dalla Pietra di Luna. L’essenza si chiama appunto Moonstone ed è indicata nei casi di sensibilità psichica accresciuta durante le mestruazioni, irritabilità, energia emozionale bloccata e difficoltà a esprimerla in modo chiaro, mancanza di sensibilità e consapevolezza intuitiva, mancanza di dolcezza. Moonstone aiuta a muoversi in un autentico spazio dei sentimenti, ripulisce e fa circolare l’energia nel corpo emozionale, aiuta a completare i cicli emozionali, equilibra ed armonizza la sensitività psichica.

Parole chiave: intuizione, fertilità, psichico, femminile, inconscio, luna, mare

Colore: bianco lattescente

Chakra stimolato: II, VI, VII

nelboscodelladea_pietradilunaLa Visione della Pietra di Luna:

Durante una meditazione con l’aiuto dei cristalli, ho posizionato una Pietra di Luna sul mio terzo occhio (VI chakra) e una sul II chakra. Ho poi chiesto alla Pietra di parlarmi, di comunicarmi la sua visione, e sono rimasta aperta a ciò che sarebbe arrivato, senza aspettative, a occhi chiusi, respirando profondamente e sentendo insieme al respiro l’energia entrare dal mio chakra della corona e percorrere tutta la mia spina dorsale energetica fino a giungere al chakra della radice, per poi diffondersi nelle gambe, nelle braccia, in ogni mia cellula. Questa è la visione che la Pietra di Luna mi ha regalato.

Sono nell’Oceano, le Acque buie e profonde dell’Inconscio. Io sono un corpuscolo, una molecola d’acqua nell’Oceano. Raggi di Luna penetrano nelle acque, mi attraversano, illuminano un mondo di figura intorno a me: forme, vortici, pesci splendenti. Il mio corpo di molecola, attraversato dai raggi lunari, inizia a cambiare. Lo sento trasformarsi: cresce, si gonfia…

Mi risveglio sdraiata sulla sabba i in riva al mare. Ora il mio corpo è un corpo nudo di donna dalla pelle candida. La Luna piena mi illumina, le onde del mare gonfio e calmo lambiscono i miei piedi. La spiaggia su cui mi trovo è piccola, per via dell’alta marea, dalle cui acque nere, poco più in là, spuntano degli scogli. Raggiungo a nuoto lo scoglio più alto e mi ci arrampico. In cima, nella roccia nera c’è una piccola pozza di acqua illuminata dai raggi lunari che le donano riflessi azzurri luminosi… E’ Pietra di Luna liquida. Mi ci specchio. Vedo il volto della Dea, il volto della Luna. Le chiedo “Dove posso trovare la Pietra di Luna solida?”, mi risponde “Nei tuoi sogni. Devi trovarla nei tuoi sogni e portarla nel mondo”.

Bagno un dito nella pozza di Pietra di Luna liquida e ne lascio cadere una goccia in mezzo alle mie sopracciglia, sul terzo occhio.  La goccia diventa una Luna piena splendente in cui posso tuffarmi. Sono pronta per fare sogni lucidi. Sono pronta per il sogno lucido della Vita.

Grazie!

OM. Shanti. Shanti. Shanti.

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Letture consigliate:

-M.Gienger, L’arte di curare con le pietre, Crisalide, Spigno Saturnia 1997

-S.Johnson, L’Essenza della Guarigione, Bruno Galeazzi Editore, Bassano del Grappa 2004

-K.Raphaell, La luce dei cristalli, Verdechiaro, Baiso 2012

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Lapislazzuli, la pietra dei Maghi

Il Lapislazzuli ha un sistema cristallino cubico e fa parte della classe minerale dei tettosilicati. E’ un minerale terziario che si forma nel corso della metamorfosi del calcio in marmo. La presenza del ferro determina la formazione di inclusioni piritiche color oro.

I minerali terziari si formano quando, a causa del movimento delle zolle, le rocce appartenenti a due placche terrestri contigue collidono e una delle due placche inizia il processo di subduzione, ovvero letteralmente si “infila” al di sotto dell’altra. Il calore e la pressione raggiunti durante il processo sono elevatissimi, tanto da provocare la fusione delle rocce coinvolte, modificandone la struttura e la composizione chimica. Alcune rocce continueranno a scivolare sotto il mantello terrestre, trasformandosi in magma. Altre invece seguiranno vie diverse e si raffredderanno prima di sciogliersi completamente, dando origine alle rocce metamorfiche e ai minerali terziari.

L’esperto di pietre e minerali Michael Gienger scrive “La formazione dei minerali terziari è dovuta a un processo di trasformazione, nel corso del quale, sotto la spinta di fattori interni, quanto si dimostra non resistente a calore e pressione, è costretto ad assumere una nuova forma. Nascono così da questo processo di mutazione della forma e di interscambio, nuovi minerali.” (M.Gienger, L’arte di curare con le pietre, ed. Crisalide, Spigno Saturnia, 1997)

E’ perciò facile intuire che la caratteristica terapeutica che accomuna tutti minerali terziari (lapislazzuli, granato, nefrite, serpentina, occhio di tigre, marmo) è quella di sostenerci nelle trasformazioni, stimolando il processo di cambiamento interiore, aiutandoci a cambiare pelle, a lasciar andare le strutture e le forme pensiero vecchie, che non ci servono più. Queste pietre permettono di superare la situazioni di stallo, di compromesso, dove la sensazione di insoddisfazione rende necessario un cambiamento; oppure quando il cambiamento sta già accadendo ma noi siamo preda della paura del nuovo. I minerali terziari fanno sì che “tutto ciò che non possiede un valore permanente, inizi a trasformarsi e ad assumere nuova forma.” (M.Gienger, 1997)

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Dettaglio della Porta di Ishtar (Museo di Pergamo, Berlino)

Il Lapislazzuli è una delle pietre preziose considerate tali da più tempo nella storia. Il suo nome deriva dal latino (lapis: pietra) e dal persiano (žaward: azzurro) e si trova principalmente in Afghanistan (altri giacimenti sono in Cina e in Cile). Ma sono le miniere afghane quelle da cui proveniva il lapislazzuli con cui i Babilonesi decorarono le splendide mura della Porta di Ishtar, a Babilonia, che fungeva da ingresso alla capitale; e sempre dall’Afghanistan provenivano i lapislazzuli utilizzati dagli Egizi per dipingere l’interno di templi e tombe e per decorare i gioielli e le vesti destinati ai sacerdoti o a membri della famiglia reale. Nell’Antico Egitto il Lapislazzuli era considerata una pietra magica, che metteva in contatto con gli dèi conferendo a chi la indossava il potere di influenzare la realtà con il pensiero.

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Dettaglio della decorazione nella sala del sarcofago di Sethi I nella Valle dei Re, Egitto.

Il Lapislazzuli ha la capacità di penetrare attraverso il nostro subconscio, accompagnandoci in un viaggio cosmico verso il nostro Sé. Fa venire a galla la nostra verità interiore e allo stesso tempo ci fa sentire autorizzati a esprimerla con chiarezza al mondo. Il suo colore blu oltremare screziato d’oro ricorda il cielo stellato. Il cielo che scopriamo viaggiando con il Lapislazzuli è quell’immenso cosmo, quell’ecosistema di costellazioni energetiche presente dentro di noi. Questa pietra può aiutarci (indossata come pendente, posta sopra al terzo occhio durante la meditazione oppure sotto al cuscino di notte, oppure ancora assumendo il suo elisir di gemma) ad accedere al nostro potere personale e a esprimere il nostro talento, sbloccando eventuali ristagni energetici nell’area del chakra della gola, legato alla comunicazione e alla creatività. Il Lapislazzuli ci aiuta a far sentire la nostra voce, non gridando ma con autorità, l’autorità serena e gioiosa di una sacerdotessa o una regina, che è consapevole del proprio potere e lo esercita con attenzione e misura, senza perdere il contatto con la fonte profonda del suo essere. Inoltre, ci permette di lasciar andare eventuali fardelli legati al passato, purificandoci da vecchie strutture che ci impedivano di comunicare chiaramente con il nostro Sé.

Per questo è chiamata la pietra dei Maghi: perché portandoci in esplorazione del nostro cielo interiore, del nostro subconscio, e sciogliendo forme pensiero fossilizzate non più utili, il Lapislazzuli ci permette di vedere con chiarezza noi stessi e la nostra verità. E, una volta che si è “visto” , si ha l’autorità per parlare, per cantare.

Parole chiave: potere personale, espressione dei talenti, verità interiore, purificazione

Colore: Blu oltremare

Chakra stimolato: V

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La Visione del Lapislazzuli:

Qui di seguito riporto la visione che mi ha offerto il Lapislazzuli durante una meditazione.

Sono acqua di fonte trasparente, cristallina. Sono vuota e rifletto la luce. Aspetto che la pietra mi prenda per mano e mi accompagni nel viaggio.

L’acqua della fonte si tinge di blu. Compaiono grossi pesci che nuotano nell’acqua. La fonte si trasforma e diventa un mare, l’oceano blu profondo, con vortici e grandi onde che si infrangono sugli scogli. Un’onda schiumosa, nella notte, trasporta una conchiglia fuori dall’acqua. La conchiglia inizia una storia separata da quella dell’oceano, passa di mano in mano e di luogo in luogo. Lontano, molto tempo dopo, qualcuno la afferra e se la porta all’orecchio, che è una conchiglia di carne. Dopo tutto il tempo trascorso, la conchiglia ancora racchiude il suono del mare. La vibrazione dell’oceano si può ancora percepire al suo interno, come la radiazione di fondo dell’universo, che dopo miliardi di anni luce ancora ci attraversa.

Il cosmo si trova in una conchiglia? Qualcuno potrebbe appoggiarci l’orecchio e sentire il suono delicato e lontano della nostra vibrazione.

La conchiglia si è svuotata, ha perso il suo mollusco e si è riempita del canto del mare. Questo significa che è necessario rinunciare al proprio Io (il mollusco) per permettere al Sé di risuonare. La voce della conchiglia è la Voce del Sé.

Il Lapislazzuli mi permette di parlare con la voce del Sé, che è identica alla voce del cosmo.

Perdendo la mia identità, mi connetto con la memoria ancestrale, con l’Akasha.

Scompaio e mi identifico con il cielo stellato…

Grazie. Ti amo.

OM. Shanti. Shanti. Shanti.

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Nut, la dea del cielo (Papiro Greenfield)

Letture consigliate:

-M.Gienger, L’arte di curare con le pietre, Crisalide, Spigno Saturnia 1997

-S.Johnson, L’Essenza della Guarigione, Bruno Galeazzi Editore, Bassano del Grappa 2004

-K.Raphaell, La luce dei cristalli, Verdechiaro, Baiso 2012

Iside e Osiride