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La posizione dell’albero (Vrksasana)

Gli alberi sono antichissimi esseri sapienti, che sostengono il suolo, lo nutrono, lo fanno respirare e lo collegano alle forze cosmiche. Sono il respiro del mondo e canali energetici di comunicazione tra la Terra e il Cielo. Con le loro radici sondano le Terra, massaggiandola e parlando con lei, scambiando nutrimenti; con i rami e le foglie comunicano con il Cosmo, canalizzandone le energie. Inoltre, con il respiro delle loro foglie gli alberi permettono all’uomo la vita sul pianeta, che altrimenti, in assenza di una quantità sufficiente di ossigeno, sarebbe impossibile. Viceversa l’uomo, con l’anidride carbonica prodotta dal suo respiro, dà nutrimento agli alberi.

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La simbiosi tra uomo e alberi non si limita a questo: ci sono mille altri modi, fisici e sottili, in cui le due famiglie si scambiano energie e informazioni.

Nonostante gli alberi siano molto più evoluti e sapienti, l’uomo somiglia in certo modo a loro: anch’egli infatti passa la maggior parte del suo tempo in posizione verticale, profondamente legato alla Terra e proteso verso il Cielo. Anch’egli respira, impiega molti anni prima di raggiungere la maturità sessuale e può vivere a lungo, assistendo a numerosi cicli di stagioni e ai mutamenti della Natura, accumulando saggezza da condividere. Questa somiglianza fa sì che la comunicazione tra uomo e alberi sia non soltanto possibile ma anche molto importante e fonte di gratificazione e di crescita.

Imparare ad ascoltare gli alberi e a parlare con loro è una delle più grandi fonti di ricchezza e gioia. Connettersi agli alberi è un modo efficacissimo per ricaricarsi dell’energia che corre lungo il loro tronco come lungo la nostra colonna vertebrale. Stare in mezzo agli alberi espande il nostro respiro connettendolo al respiro del Mondo.

In Vrksasana (che si legge vrikshasana) “imitiamo” gli alberi, radicando un piede a Terra e allungandoci verso il cielo. Durante l’asana è importante cercare di assumere lo stesso atteggiamento di un albero verso il mondo, “sentirsi” un albero, antico e maestoso, simbolo da sempre di vita e armonia.

Vrksasana, la posizione dell’albero, è un asana molto potente, che aiuta a riallineare tutti i chakra e a riconnettersi con la fonte di energia terrestre e cosmica. In particolare stimola il chakra della radice, Muladhara, aumentando il radicamento e la sicurezza in se stessi e nel proprio diritto a esistere; il chakra del cuore, Anahata, connesso alle emozioni superiori e all’Amore cosmico; il chakra della gola, Vishuddha, legato all’espressione dei talenti.

La posizione non presenta controindicazioni e apporta benefici tonificando l’apparato respiratorio, massaggiando lievemente il cuore, tonificando il sistema nervoso, aumentando la concentrazione e il senso dell’equilibrio, sviluppando la forza delle gambe e delle braccia.

Eseguita in un parco, in un bosco o vicino agli alberi è ancora più efficace.

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L’ASANA

In piedi, a gambe leggermente divaricate, percepire la stabilità del nostro corpo, prestando attenzione alle piante dei piedi e alla sensazione che scaturisce dal loro contatto con il suolo. I piedi sono il nostro ancoraggio e mantenere una posizione dritta e stabile, con i piedi ben piantati a terra e le spalle aperte ci aiuta a respirare meglio e a percepire a livello fisico la nostra autorità, influenzando il modo in cui ci rapportiamo al mondo e agli altri. Controllare che la postura sia corretta: le spalle aperte ma rilassate, il bacino leggermente ruotato in avanti così da non avere tensioni nella zona lombare, le ginocchia morbide ma non flesse. Chiudendo gli occhi, ascoltare la fierezza del proprio corpo, la sua apertura, la sua forza pacata che nasce dal contatto e dal radicamento nella Terra. Immaginare che radici invisibili escano dalle piante dei piedi e penetrino sinuose nella Terra, scambiando energia con lei e collegando il nostro corpo al suo corpo, indissolubilmente.

Accompagnare questa centratura con respiri ampi e profondi.

Dopo qualche minuto, riaprire gli occhi, unire i palmi delle mani davanti al petto nel gesto di preghiera e scaricare il peso del corpo sulla gamba sinistra, spostando il centro di equilibrio. Inspirando, sollevare piano la gamba destra, prima semplicemente appoggiandola alla caviglia sinistra poi, anche aiutandosi con la mano destra, facendo salire il piede fino al ginocchio sinistro e, se ci si riesce fino al perineo, facendo aderire la pianta destra all’interno coscia della gamba sinistra. Cercare di stare dritti il più possibile e di non compensare eventuali squilibri sbilanciando il bacino.

Lentamente, inspirando, sollevare le mani sopra la testa e portarle in alto, nel gesto di saluto al cielo, estendendo la spina dorsale e poi riabbassarle fino a che non si trovino sopra al capo. Spingere i palmi delle mani uno contro l’altro, per rafforzare la braccia. Mantenere le spalle rilassate.

Una volta entrati in posizione, contrarre i glutei e fissare un punto davanti a sé per mantenersi meglio in equilibrio. Immaginare radici che dalla pianta del piede sinistro sprofondano nella Terra e un filo di luce che dal Cielo si collega alla cima del nostro capo, sostenendoci. Immaginare di essere un albero, ancorato alla Terra e teso verso il Cielo. Immobile, tranquillo e sereno spettatore del mondo, canale energetico che collega il basso all’alto, respirando insieme al respiro del cosmo.

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Mantenere la posizione da una decina di respiri calmi a qualche minuto. All’inizio potrebbe risultare difficile mantenere l’equilibrio ma con la pratica sarà sempre più semplice.

Una volta usciti dalla posizione, prestare per qualche istante attenzione alla differente sensazione che ora si prova nelle due gambe. Come si sente la gamba sinistra?

Ripetere secondo le stesse modalità e con gli stessi tempi anche a destra.

OM. Shanti. Shanti. Shanti.

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Letture consigliate:

-Cella G., Il grande libro dello yoga, Rizzoli, Milano 2009

-Hageneder F., Lo spirito degli alberi, Crisalide, Latina 2001

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