Iside, Grande Madre, dea della Magia e della Guarigione

Iside è il nome greco di una divinità del pantheon egizio che gli Egizi erano soliti chiamare Aset. Nel geroglifico con cui si scrive il suo nome troviamo un trono (simbolo e copricapo di Iside), una pagnotta, un uovo e una donna accovacciata.

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Nell’Antico Egitto, a partire dalla Quinta Dinastia (2494-2395 a.C.), Iside era considerata madre dei faraoni, protettrice dei morti, dea delle arti magiche, dei rituali, dell’agricoltura. Più in generale, era la protettrice della civiltà, la Grande Madre divina, l’Anima che mai abbandona il suo amato. Iside è l’archetipo della moglie fedele e innamorata, della madre e della guaritrice. E’ colei che governa sapientemente le arti magiche, che conosce i rituali per il mantenimento dell’ordine.

Iside e Osiride rappresentano l’ordine supremo, la civiltà, la fertilità e la rinascita in questo mondo e nell’Oltretomba, opposti al fratello Seth, che invece rappresenta il caos, il deserto, l’odio, il principio distruttivo.

Le origini del culto di Iside sono oscure. Fino alla Quinta Dinastia il suo nome non viene menzionato e la dea non ha una città cultuale a lei dedicata. E’ a partire dalla metà del terzo millennio a.C. che, entrando a far parte dell’Enneade di Eliopoli, Iside inizia ad acquistare popolarità. I sacerdoti e le sacerdotesse raccontano i suoi miti, che la identificano come moglie e madre divina, nutrice dei faraoni e protettrice dei morti. Da questo momento in avanti, la fama di Iside non fa che crescere e il suo potere si espande. Le sue sacerdotesse sono guaritrici, interpreti di sogni e prevedono il tempo atmosferico, sul quale possono influire intrecciandosi oppure non pettinandosi i capelli. Con la conquista greca dell’Egitto e il processo di ellenizzazione che segue, il culto di Iside si espande a macchia d’olio nel vicino Oriente, in Grecia e nel mondo romano, divenendo una religione iniziatica. Iside è identificata fondamentalmente con il lato femminile dell’uomo: è la Luna, è madre, amante, sposa fedele, sacerdotessa e maga. E’ l’Anima che sempre accompagna l’Io maschile. E’ la perfetta compagna, donna saggia e innamorata, madre assidua, nemica pericolosa. La sua immagine diviene immensa, luminosa e potente, va a coincidere con quella della Natura stessa e ingloba molte altre dee (Demetra, Astarte, Afrodite…). Per questo uno degli epiteti di Iside diviene dea dai diecimila nomi.

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Iside in un rilievo di età ellenistica

“Eccomi qui, Lucio, commossa dalle tue preghiere: io madre della natura, padrona di tutti gli elementi, origine delle generazioni, divinità somma, regina degli Inferi, prima dei celesti, immagine uniforme degli dei e delle dee, io che governo ai miei cenni le luminose altezze del cielo, i soffi salubri del mare, i silenzi desolati dell’oltretomba. La mia divinità unica è venerata dal mondo in forme varie, con riti diversi, sotto molti nomi. I Frigi primigeni mi chiamano dea di Pessinunte e madre degli dei; gli autoctoni attici, Minerva cecropia, i Cipri marini, Venere Pafia, i Cretesi armati d’arco, Diana Dictinna , i Siculi trilingui Proserpina Stigia, gli antichi Eleusinii, Cerere Attea; altri Giunone, altri Bellona, altri Ecate, altri Ramnusia, e quelli che vengono illuminati dai raggi del sole nascente e da quelli del sole al tramonto, gli Etiopi delle due razze, e gli Egizi famosi per la loro antica dottrina, venerandomi con i riti corretti, mi chiamano col mio vero nome, Iside regina. Sono qui perché ho compassione delle tue disgrazie, sono qui misericordiosa e propizia. Smetti dunque i pianti e i lamenti, scaccia la tristezza. Per la mia provvidenza, splende il giorno della tua salvezza. Presta dunque attenzione scrupolosa ai miei ordini”.  (Apuleio di Madaura, LeMetamorfosi o L’Asino d’oro, XI, 5. Traduzione di G.Vitali)

Con l’avvento del cristianesimo, Iside viene anche identificata con la Vergine Maria, a cui regala alcuni dei suoi epiteti, tra cui Regina del Cielo. Come Iside, anche Maria verrà spesso raffigurata mentre allatta il suo figlio divino.

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Il tempio di Iside sull’isola di Philae fu l’ultimo tempio pagano d’Egitto a venire chiuso, nel VI secolo d.C. Il culto di Iside sopravvive ancora oggi, presso diverse tradizioni.

Iside è figlia di Nut e di Geb, la coppia cosmica di Cielo e Terra, e sorella di Osiride, Seth, Horus il vecchio e Nephthys. Di Osiride è anche la sposa.

Viene spesso rappresentata alata, con un trono come copricapo oppure con due corna di mucca che reggono il disco del Sole (questo in seguito alla sua identificazione con la dea mucca Hator, moglie di Ra). Altri suoi attributi sono il tjet (il “nodo di Iside” o il “sangue di Iside”, simbolo del ciclo mestruale e di rinascita), il nibbio, il cobra, la Luna e il fiore di loto. Viene anche identificata con la stella Sirio (Sothis per gli Egizi), la stella più brillante del cielo notturno, la cui apparizione all’alba, poco prima che la luce del Sole la oscurasse, segnava l’inizio del periodo delle inondazioni annuali del Nilo. Nel calendario egizio, calibrato sui moti stellari, Sirio ricopriva un ruolo molto importante e le sue peregrinazioni attraverso il cielo erano interpretate come altrettante tappe del mito di Iside.

Tjet di Iside

Tjet di Iside

Il mito racconta che Seth, arrabbiato fin dalla nascita, è invidioso del potere del fratello Osiride, che è succeduto a Ra ed è divenuto re dell’Egitto. Un giorno Seth dà un banchetto in onore del fratello e fa arrivare una bellissima cassa di legno oblunga. Seth sfida i partecipanti a sdraiarcisi dentro: colui che ci starà perfettamente, sarà il vincitore. Nessuno però sembra essere delle dimensioni giuste fino a quando non tocca a Osiride: a lui la cassa calza a pennello! (Certamente, perché Seth l’ha fatta costruire proprio su misura per lui). Non appena Osiride si sdraia nella cassa, Seth chiude il coperchio e la getta nel Nilo, decretando che la cassa sarà la sua tomba.

Iside, piangendo la morte dell’amato, parte alla ricerca della cassa per garantirgli almeno un funerale appropriato. Per trovarla viaggia fino a Byblos, in Fenicia, dove, lavorando sotto mentite spoglie come nutrice del figlio della principessa, viene a scoprire che la tomba del suo sposo si trova all’interno di un albero di tamarindo attorno a cui il re ha fatto costruire il suo palazzo. Rivelando la sua identità divina in seguito a varie vicissitudini, Iside ottiene dal re il permesso di recuperare la cassa con il corpo dell’amato e di riportarla in patria, dove la nasconde in una palude.

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Ma Seth lo viene a sapere e, scoperto il nascondiglio della cassa, in un impeto di rabbia fa scempio del corpo del fratello, dividendolo in quattordici pezzi che poi sparpaglia per tutto l’Egitto.

Iside allora assume la forma di nibbio e vola sull’Egitto alla ricerca dei pezzi. Li ritrova tutti tranne uno, il fallo, che è caduto nel Nilo ed è stato mangiato dai pesci.

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Milvus milvus, il nibbio reale.

Con l’aiuto del dio Thoth Iside rimette insieme i pezzi del suo sposo, e con lo scopo di farlo vivere nuovamente li unge con balsami preziosi e li avvolge in garze, inventando il rituale dell’imbalsamazione. Al posto del pene mette un fallo d’oro che lei stessa ha modellato.

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Terminato il rituale, Osiride risorge e  diviene il re degli Inferi. Il suo corpo e quello di Iside si sollevano insieme nel cielo e i due si uniscono un un amplesso sacro da cui nascerà Horus.

Seth, che ora è il re d’Egitto, non deve sapere della nascita di Horus, altrimenti cercherebbe di ucciderlo. E’ così che inizia il viaggio avventuroso di Iside e di suo figlio attraverso l’Egitto, in cerca di riparo e protezione.

Quando Horus diviene adulto e abbastanza potente, sfida e sconfigge lo zio assassino, ma Iside gli chiede di risparmiargli la vita: dopotutto, è sempre suo fratello.

La disputa tra Horus e Seth

La disputa tra Horus e Seth

Horus diviene il nuovo re d’Egitto e Iside scoppia di gioia per questo. Canta inni e piange lacrime dorate. Alcuni miti narrano che, una volta divenuto re, Horus sposa sua madre, che diviene a sua volta madre dei suoi quattro figli.

In questa storia ci appaiono alcuni dei mille volti di Iside: Iside la sposa fedele, l’innamorata coraggiosa che per ben due volte parte alla ricerca dell’amato e in entrambi i casi lo ritrova; Iside la sciamana, la dea alata che raccoglie i pezzi sparsi dell’anima di Osiride e li rimette insieme, risvegliandolo a nuova vita; Iside madre e moglie, moglie e madre, protettrice e donatrice di vita (è madre e moglie di Horus ma in un certo senso è moglie e madre anche di Osiride, che fa rinascere come re degli Inferi).

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Iside e il suo amato sposo Osiride, re degli Inferi

Un altro mito racconta di come Iside ruba il potere a Ra. La dea inventa un serpente velenoso, il cobra, e fa sì che Ra ne venga morso. Avvelenato, Ra è in preda agli spasmi e al dolore, e implora Iside, che è maga e guaritrice, di salvarlo. Ma Iside gli dice che perché la magia funzioni, le serve conoscere il nome segreto di Ra (nell’Antico Egitto, ogni dio così come ogni persona aveva un nome pubblico e un nome segreto, depositario dell’anima e del potere dell’individuo). Sul punto di morire, Ra bisbiglia nell’orecchio di Iside il suo nome segreto. Lei lo salva dal veleno ma da quel momento in avanti possiede il suo potere. E’ così che il suo sposo Osiride sostituisce Ra e diviene re dell’Egitto.

Maga potente, guaritrice, fedelissima madre-sorella-sposa, Iside cambia forma e non perde mai la speranza. Incarnando l’archetipo della buona moglie e della protettrice dell’ordine, Iside è sempre compresa ed è risultata gradita, facilmente assimilabile presso tutte le religioni del patriarcato, dall’Antico Egitto fino al cristianesimo. E’ simbolo di una femminilità potente ma domestica, felice di ricoprire il ruolo di sposa o di madre del sovrano, proteggendo il suo potere con la sua magia bianca.

Iside rappresenta il lato generoso e complementare della nostra femminilità. E’ la compagna fedele, la complice astuta, colei che non desidera il potere per sé ma per l’amato, e proprio così diviene protagonista indiscussa, salvatrice, eroina splendente.

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Iside rappresenta anche l’Anima junghiana, la parte femminile dell’uomo che, se propriamente integrata nell’Io, gli permette di raggiungere appieno la sua sovranità sulla psiche (l’imprescindibile conjunctio oppositorum della via alchemica).

E’ una delle poche dee che non solo sono “sopravvissute” al patriarcato ma anzi, hanno prosperato, facendo innamorare di sé tanto gli uomini quanto le donne. Questo perché Iside rappresenta una femminilità consapevole e dolce, in pace con se stessa, dotata di un grande potere che amministra con un amore ancora più grande. Rifiuta di uccidere e il male che compie è sempre a fin di bene. E’ soprattutto una Grande Madre e ci mostra il suo volto rassicurante e protettivo, immenso come quello della Luna.

Iside è fonte di potere e di serenità allo stesso tempo. Questa è la sua grandezza. E’ la Regina per eccellenza, la madre di Re, che ha risolto e superato il conflitto con il maschile senza rinunciare nemmeno a un grammo del suo splendore. Iside ci dimostra che possiamo accettare e amare la parte maschile che portiamo dentro di noi, fondendola con quella femminile in un amplesso sacro e fertile. Ci mostra come maschile e femminile siano diversi eppure indispensabili l’uno all’altra. Simbolo di ciò è l’unione tantrica, matrimonio alchemico oltre la vita e la morte che celebra con il suo sposo Osiride, dopo che lui è risorto grazie al rituale dell’imbalsamazione. Da questa unione nasce Horus, figlio divino destinato a divenire Re.

Possiamo invocare Iside quando abbiamo bisogno di attivare la nostra femminilità complementare e complice, quando dobbiamo rapportarci con energie maschili che vogliamo proteggere e innamorare, quando sappiamo che ci sarà richiesto un comportamento maturo, regale e generoso. Invochiamo la sua energia potente qualora ci serva aiuto per una guarigione di qualsiasi tipo. Iside è la protettrice dei terapeuti e dei guaritori. Protegge inoltre i rituali magici, la fertilità della Terra e del grembo, gli innamorati.

Invochiamo Iside chiedendole saggezza e protezione quando vogliamo lavorare alla fusione alchemica dei principi maschile e femminile dentro di noi. Che lo sbattere delle sue ali, che diffondono nell’aria un profumo dolcissimo e sollevano il vento nel Regno dei Morti, ci accompagni lungo il nostro viaggio di ri-scoperta dell’Unità assoluta d’Amore oltre gli opposti.

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Bibliografia e sitografia:

-Houston J., The passion of Isis and Osiris, Ballantine Wellspring, Toronto 1995

-Monaghan P., Dizionario delle Dee e delle Eroine, Red Edizioni, Milano 2004

-Pinch G., Egyptian Mythology, Oxford University Press, Oxford 2002

-Ancient Egypt Online: http://www.ancientegyptonline.co.uk/isis.html

-Encyclopaedia Britannica: http://www.britannica.com/topic/Isis-Egyptian-goddess

-Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Isis

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