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I benefici della depurazione stagionale

“Questo è il grande mistero dell’autunno e cioè che non esiste zona della Terra di cui si possa dire: qui regna l’eterno autunno. Com’è certo che vi sono regioni della Terra in cui regna l’eterna primavera, l’eterna estate e l’eterno inverno, altrettanto sicuro è il fatto che non vi è luogo in cui esista l’eterno autunno. Perché le cose stanno così? Perché l’autunno è “la” stagione della “trasformazione”. La trasformazione è però qualcosa che si trova nascosto in tutte le stagioni e che tuttavia non può diventare palese.” (W.Cloos, L’anno della Terra nell’alchimia delle stagioni)

Secondo l’antroposofo Walter Cloos, l’autunno inizia già il 25 agosto, il giorno di San Bartolomeo, giorno in cui puntualmente, ogni anno, annusando l’aria ci si accorge che qualcosa nel suo odore è cambiato: dietro al profumo di sole e fieno si inizia a intuire un sentore di putrefazione, mentre tutto intorno a noi la Terra si prepara all’apparente riposo invernale, inglobando nel sottosuolo i processi di trasformazione, nascondendo il suo fuoco. Cloos prosegue la sua descrizione dell’autunno sottolineando come questa sia anche la stagione dei rumori: mentre prima la Natura era silenziosa, ora il bosco si riempie di suoni: tonfi di frutti che cadono a terra, schiocchi di semi che si aprono, scoppi, cigolii. E nei frutti che maturano, nelle foglie che scoloriscono e cadono al suolo si concentrano i minerali, in quell’humus che altro non è se non la cenere del dolce fuoco estivo che nei mesi precedenti è stato alimentato dall’interazione tra il campo energetico terrestre e le energie del cosmo, al di sopra dell’atmosfera, là dove ha origine il corpo astrale di Gaia.

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Interpretare le stagioni da un punto di vista spirituale è un modo per arricchire la nostra vita, donando senso al trascorrere circolare del tempo e introiettando i processi di mutamento: come fuori, così dentro di noi l’autunno porta trasformazione. Come gli alberi lasciano andare le foglie, così anche noi possiamo lasciar andare ciò che non ci è più utile, preparando uno spazio accogliente e pulito per trascorrere l’inverno.

Le giornate cominciano ad accorciarsi sensibilmente, alcuni temporali abbassano la temperatura dell’aria cosicché, se anche torna il sole, non fa più caldo come prima. Il mondo intorno a noi cambia: la luce è meno intensa e più “obliqua”, gli alberi perdono le foglie ricoprendo il suolo di tappeti variegati di colori caldi e bellissimi. Gli uccelli al mattino hanno un altro modo di gridare: ora il loro richiamo sembra quasi un saluto d’addio, che piano piano lascia il posto alle strida delle cornacchie, compagne inseparabili dei nostri inverni. Una coperta in più sul letto, asciugarsi i capelli dopo averli lavati, al mattino appena alzati ci sorprendiamo a rabbrividire, la sera non abbiamo più voglia di stare all’aperto ma il buio comincia a farci un po’ paura.. Arrivano le prime nebbie.

Questi cambiamenti, uniti al fatto che finite le vacanze si torna molto spesso a immergersi nei ritmi concitati del lavoro, della scuola, della città, influiscono sul nostro stato di salute così come sull’umore, portando dei cambiamenti anche dentro di noi.

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La nostra ghiandola pineale produce più melatonina, causandoci un aumentato bisogno di dormire (il cosiddetto letargo!) e una sensazione generale di spossatezza. Il cambio di luce e temperatura innescano un mutamento anche nei ritmi del nostro metabolismo, che “cambia marcia”: la sudorazione e la traspirazione diminuiscono, così come il moto, mentre invece aumenta l’appetito e il desiderio di mangiare soprattuto cibi caldi a base di carboidrati. Abbiamo “voglia di dolce”: questo accade perché il nostro copro è antico, è cambiato pochissimo negli ultimi 12.000 anni. Un tempo, con il finire della stagione calda, la vita dell’uomo subiva un brusco rallentamento: si raccoglievano gli ultimi frutti, si faceva scorta di provviste per l’inverno e ci si ritirava nelle proprie grotte, al caldo del fuoco, sognando e raccontandosi miti. Le attività della stagione autunnale, pur essendoci, erano limitate. Si raccoglievano i funghi e le frutta che cadeva dagli alberi, si raccoglieva legna, ci si preparava all’inverno. Rispetto al fermento estivo, con l’autunno il corpo entrava in una fase di riposo e di accumulo, in preparazione alla “morte apparente” dell’inverno.

Oggi non è più così, anche se al nostro corpo non l’ha detto nessuno! Si lavora con ritmi anche maggiori che durante l’estate e il cibo nei negozi è sempre disponibile, per cui non occorre fare provviste. Eppure, nonostante siamo perfettamente consci di questo a livello razionale, il nostro corpo, dalla sua antica saggezza, continua a mandarci gli stessi messaggi: ci sentiamo scoraggiati nel vedere meno luce, abbiamo una strana paura, ci sentiamo deboli, affamati, il cambio di umidità e di pressione può darci fastidi come gonfiori, mal di testa, infiammazioni alle giunture, malumori.

E’ importante vivere questi cambiamenti rispettando le esigenze del nostro corpo, andandogli incontro, senza forzarlo ma prendendosene cura con amore, decifrando i suoi messaggi come metafore di cambiamento.

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Il cambio di metabolismo innescato dalla diminuzione di luce e temperatura, mette inoltre in moto le tossine del nostro corpo, offrendoci un momento propizio per depurarci e per drenare i nostri organi e tessuti, in preparazione alla stagione fredda, per prevenire malattie e disturbi di vario genere.

Una fase di depurazione e drenaggio (sia fisico che mentale, se possibile!), alleggerisce il nostro corpo delle tossine che ancora si porta dietro dall’estate, spegnendo eventuali infiammazioni, aumentando la nostra energia vitale e migliorando il tono dell’umore. Inoltre, rimuovendo tossine, colle e cristalli dai tessuti, si previene l’insorgere di malattie stagionali e non, come raffreddori e bronchiti, eczemi, emicranie, atralgie, e si sostengono le difese immunitarie, che proprio in questa stagione vengono messe alla prova.

Gli organi emuntori del nostro corpo, ovvero “gli spazzini”, i “filtri”, coloro che si occupano di trasformare e smaltire le tossine che quotidianamente ingeriamo tramite cibi, farmaci e inquinamento oppure produciamo noi stessi a causa di tensioni e stress, sono: fegato (colle), intestino crasso (colle), reni (cristalli), polmoni (colle, emuntori secondario), pelle (colle, emuntore secondario), ghiandole sudoripare (cristalli, emuntori secondario). Le donne inoltre hanno come emuntori secondario per smaltire le colle anche l’utero.

Per “colle” si intendono i residui di una dieta ricca di amidi e glutine (che è appunto una colla) o di formaggio (la caseina è una colla). Le cosiddette colle sono alla base della formazione di muco e i producono infiammazione. Vengono smaltite tramite la bile nelle feci. Se questo meccanismo di depurazione non funziona, il corpo ricorre agli emuntori secondari (muco nei polmoni, leucorrea vaginale). Se anche ciò non fosse sufficiente, si creano i cosiddetti “emuntori patologici”, quali, per esempio, le emorroidi o gli eczemi.

I “cristalli” (generalmente cristalli di acido urico) sono i sottoprodotti principalmente di carne e alcol, e vengono smaltiti tramite sudore e urina. Se il corpo non riesce a liberarsene, i cristalli causano ritenzione idrica, infiammazione del tessuto connettivo (dove tendono ad accumularsi) e acidificano i tessuti, con grande dispendio della riserva minerale delle nostre ossa e accelerando il processo di invecchiamento.

E’ perciò molto importante provvedere, almeno due volte l’anno (primavera e autunno) a una depurazione e un drenaggio degli organi emuntori, così da alleggerire il corpo e la mente, ripulendo il sangue dalle tossine accumulate.

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Una buona cura depurativa parte innanzitutto dall’alimentazione: prima di iniziare la depurazione infatti è consigliato seguire per una settimana una dieta ricca di verdura e frutta biologiche, priva di alcolici e proteine animali e con una quantità moderata di carboidrati (possibilmente da riso o da altre fonti prive di glutine). Dopo una settimana, avendo alleggerito gli emuntori, si può procedere con una cura depurativa. Per “depurare” qui s’intende sostenere gli emuntori nel loro compito, in particolare il fegato, che è il filtro principale e spesso il più sovraccaricato. Per aiutare il fegato esistono vari alleati naturali, quali curcuma, cardo mariano (Silybum marianum L.), zinco, vitamine B, amminoacidi quali N-acetilcisteina e S-adenosilmetionina e altri fitocomplessi che vanno a favorire le due fasi di detossificazione epatica.

Cardo mariano (Silybum marianum L.)

Cardo mariano (Silybum marianum L.)

Una volta eseguita la depurazione e messe in moto le eventuali tossine che stazionavano in ambito epatico, si passa alla fase di drenaggio di tutti gli emuntori. Tramite piante quali fumaria (Fumaria officinalis L.), bardana (Arctium lappa L.), viola del pensiero (Viola tricolor L.), ortica (Urtica dioia L.), carciofo (Cynara scolymus L., ottimo sia per il fegato che per i reni), betulla (Betula alba L.), salsapariglia (Smilax medica Mill.), ortosiphon (Ortosiphon stamineus Bentham), il tarassaco (Taraxacum officinale L.), la liquirizia (Glycirrhiza glabra L.), il frassino (Fraxinus excelsior L.), il gallium aparine (Gallium aparine L.) e altre numerose piante che accorrono in nostro aiuto, procediamo a far defluire dal nostro corpo i rifiuti che abbiamo in precedenza movimentato.

Taraxacum officinale L.

Taraxacum officinale L.

In questa fase è importante bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno, per aiutare l’organismo a drenarsi. Inoltre, è meglio mantenere un’alimentazione controllata, tendente al vegetarianesimo, per tutta la durata della cura e svolgere attività fisica frequente (l’ideale sarebbe mezz’ora di attività aerobica quotidiana) per far circolar il sangue più velocemente e quindi facilitare il processo di depurazione. Anche la respirazione completa ci aiuta a eliminare gli acidi carbonici tramite l’espirazione, alcalinizzando il sangue.

La cura dura circa sei settimane: una settimana di preparazione, poi la depurazione. Dopo un paio di settimane che si è iniziata la depurazione, si può contemporaneamente iniziare anche la cura drenante, che solitamente dura tre settimane.

In commercio si trovano numerosi prodotti per depurare e drenare e ci sono diverse case che propongono buone soluzioni.

In caso ci siano squilibri intestinali, è  bene accompagnare la depurazione con una cura a base di fermenti  per ripristinare l’eubiosi dell’intestino, disinfettando, togliendo l’infiammazione e reimpiantando i fermenti appartenenti alla flora “amica”.

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Ottimi drenanti sono anche i gemmoderivati, i quali tutti, per la loro stessa costituzione, stimolano gli emuntori e purificano l’organismo. Ci sono poi gemmoderivati indicati proprio per il drenaggio e la stimolazione dell’apparato digerente (ciascuno con le sue specificità d’azione), tra i quali: Betula verrucosa linfa e gemme, Carpinus betulus gemme, Ficus carica gemme, Juglans regia gemme, Fraxinus excelsior gemme, Tilia tomentosa gemme, Prunus spinosa gemme.

Un’importante aiuto ci arriva anche dalla floriterapia: Crab Apple del repertorio dei fiori di Bach è un fantastico sostegno per la purificazione da scorie fisiche ed emotive. Nel repertorio californiano troviamo Morning Glory e Nicotiana, che ci sostengono nel processo di depurazione liberando da dipendenze e sintonizzandoci sui ritmi naturali. Infine, nel repertorio alaskano c’è Black Tourmaline (vedi anche:http://bit.ly/1iM6vnT), fantastico rimedio purificante che agisce su ogni livello del nostro essere liberandoci dalle tossine e proteggendoci dall’inquinamento ambientale ed eterico.

Per aiutarci ad attraversare questa stagione di cambiamento può essere utile anche indossare pietre e cristalli energetici, stimolanti oppure protettivi, magari dai colori che ricordano quelli calde delle foglie cadute: ambra innanzitutto, che rafforza il nostro Sole interiore, diaspro rosso, occhio di tigre, corniola, opale di fuoco; ma anche ematite, tormalina nera, ossidiana, per proteggerci e radicarci.

Così come i gioielli e le pietre che indossiamo, anche i nostri abiti, che ora si fanno più caldi, possono riscaldarci l’animo tramite i loro colori. A me piace mimetizzarmi con i colori del bosco in questa stagione…

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Alcuni piccoli accorgimenti quotidiani per volersi bene e  stare bene:

-curare l’alimentazione: mangiare molta frutta e verdura fresca e di stagione; cercare di mangiare con calma, masticando a lungo, onorando il rituale del pasto

-svolgere regolarmente attività fisica (yoga, qi gong, passeggiate), quando possibile in mezzo alla Natura, ammirandone la maestosa bellezza che si trasforma

-bere molta acqua, anche sotto forma di infusi

-prendersi il proprio tempo, fare poche cose ma bene, non lasciarsi trascinare dallo stress

-respirare profondamente, ricordandosi del proprio corpo, ogni volta che è possibile

-svolgere piccole meditazioni ed esercizi di centratura, per connettersi con il proprio Sole centrale e con la Madre Terra

-vivere l’Autunno come una stagione dell’Anima. Come dentro, così fuori.

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Bibliografia e sitografia:

Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia,  Tecniche Nuove, Milano 2005

-Campanini E., Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, Milano 2004

-Cloos W., L’anno della Terra nell’alchimia delle stagioni, Natura e Cultura, Alassio 1993

-Santagà D., L’albero della naturopatia, Editoriale Programma, Padova 2012

-Benessere naturale: http://benesserenaturalebologna.altervista.org/autunno-drenaggio/

-Solilunio: http://www.solilunio.it/pdf/letture/naturopatia/drenaggio.pdf

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Resveratrolo, un alleato naturale contro i danni ossidativi

Non è da molto che lo si conosce e lo si è scoperto, come sempre, per caso.

Infatti Il resveratrolo è stato individuato nella ricerca originata per spiegare il cosiddetto “paradosso francese, in cui si è notato che la popolazione francese, nel Sud della Francia (Bordeaux), con un’alimentazione analoga a quella di alcune regioni degli Stati Uniti (ovvero ricca in proteine animali) è meno soggetta a problemi medici di natura cardiovascolare. Ovvero, detto in parole povere, pur mangiando tanto formaggio, gli abitanti delle campagne del sud della Francia hanno il colesterolo tutto sommato relativamente basso. Come mai? Un’ipotesi per spiegare il paradosso è che questa differenza sia determinata proprio dal resveratrolo contenuto nel vino rosso, che i francesi consumano ben più che gli americani, derivato dal contenuto naturale nelle bucce degli acini della pianta di vite (Vitis vinifera).

In seguito a questa scoperta, avvenuta nel 2006, varie ricerche sono state condotte per attestare e per misurare le effettive proprietà di questa sostanza.

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Una molecola di resveratrolo

Il 3,5,4′-trihdroxy-trans-stilbene – per gli amici resveratrolo – è una molecola antibiotica della famiglia degli stilbeni, prodotta da una varietà di specie vegetali in risposta ad attacchi patogeni o in condizioni di stress come raggi UV ed esposizione a ioni metallici (stress ossidativo). E’ un polifenolo che si può trovare nell’uva rossa, nelle more di gelso, negli arachidi, nel vino, nel tè e soprattutto nel Polygonum cuspidatum, una pianta nota fin dall’antichità agli orientali per le sue proprietà lassative, la cui radice può contenere una quantità di resveratrolo fino a 400 volte superiore a quella contenuta nel vino o nell’uva.

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Polygonum cuspidatum

Polygonum cuspidatum

Dagli esperimenti condotti in laboratorio è stato evidenziato un ampio ventaglio di effetti benefici di questa molecola sulla salute umana, anche se il suo meccanismo di funzionamento non è ancora stato completamente chiarificato.

Dopo l’assunzione per bocca, il resveratrolo viene trasportato nel sistema circolatorio e distribuito a tutti gli organi, dove rimane per alcune ore. Può anche superare rapidamente la barriera ematoencefalica, andando così a nutrire direttamente il tessuto cerebrale.

Uno dei limiti maggiori di questa sostanza finora riscontrati è però la sua scarsa biodisponibilità, dovuta alla sua rapida eliminazione o trasformazione da parte dell’organismo. Per questo, in linea di principio, quando si decide di assumere resveratrolo è preferibile scegliere degli integratori che, oltre ad offrire l’estratto titolato (quindi la massima concentrazione possibile di principio attivo), lo presentino anche in forma fitosomata, ovvero legato a una molecola fosfolipidica che ne assicura un’ottima assimilazione, minimizzandone la dispersione da parte del nostro organismo. Che a me risulti, una sola azienda sul mercato italiano attualmente offre un prodotto a base di resveratrolo fitosomato.

Vediamo ora i principali benefici di questa molecola: il resveratrolo è anzitutto un potente antiossidante. Lo stress ossidativo è alla base di numerosi disturbi e patologie ed appare strettamente correlato con le malattie cardiovascolari, la produzione di ateromi e disordini neurodegenerativi quali il morbo di Alzheimer, il morbo di Huntington, l’ischemia cerebrale, il Parkinson, l’epilessia e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Il resveratrolo potrebbe essere utile nel trattamento e soprattutto nella prevenzione di questi disturbi e diversi studi sono attualmente in corso al fine di accertare la dose necessaria al trattamento e la farmacodinamica.

A proposito dello stress ossidativo, è bene spendere qui qualche parola, visto che ultimamente non si fa che parlare di radicali liberi, antiossidanti e antiaging.

Radicali liberi

Radicali liberi

Occorre dire anzitutto che una giusta quantità di radicali liberi è essenziale alla vita, perché essi sono coinvolti nella comunicazione tra le cellule e vengono utilizzati dai fagociti per la loro azione battericida. Detto questo, la produzione eccessiva di specie reattive di ossigeno (ROS), ovvero di radicali liberi, è quasi sicuramente associata con il processo di invecchiamento e con alcune malattie degenerative.

Pertanto per la salute umana è molto importante l’equilibrio tra i radicali liberi prodotti dal metabolismo o derivati da fonti ambientali (quali l’inquinamento atmosferico) e i sistemi di difesa antiossidanti come superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GPx), enzimi in grado di catturare e neutralizzare prontamente i radicali liberi che altrimenti andrebbero a ledere i tessuti del nostro organismo.

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L’attività antiossidante del resveratrolo è dovuta alla sua capacità di trasferire atomi di idrogeno o elettroni ai radicali liberi, stabilizzandoli ed evitando che questi ultimi li sottraggano ai tessuti. Questa proprietà è data al resveratrolo dalla sua struttura chimica, che presenta due gruppi di fenoli con legami idrogeno covalenti, che rendono gli elettroni più facilmente delocalizzabili, cioè “scambiabili” con altre molecole. Quindi il resveratrolo è in grado di donare idrogeno ai radicali liberi inibendo la perossidazione e proteggendo dai danni ossidativi il DNA cellulare, i lipidi (quindi evitando la formazione di colesterolo LDL) e le proteine.

Oltre alle proprietà antiossidanti, si riconoscono a questa molecola anche altre notevoli proprietà, quali per esempio quella antitumorale (grazie all’azione su alcuni enzimi e proteine che causa il blocco della proliferazione delle cellule tumorali), come neuro- e vasoprotettore e come promotore dell’attività mitocondriale (ovvero di respirazione cellulare). A quest’ultima proprietà è anche collegato, tra le altre cose, il suo effetto antiaging. Il resveratrolo stimola infatti la respirazione delle cellule e la produzione di collagene.

In conclusione, il resveratrolo è un altro stupendo regalo di Madre Natura che a dosaggi elevati (quindi non stiamo parlando del classico bicchiere di vino rosso a pranzo), può essere utile come:

-antiossidante

-antiaging

-antitumorale

-nella prevenzione di disordini neurodegenerativi

-cardio-vaso-endotelio protettore

-trattamento di inestetismi della pelle

-prevenzione da batteri, virus e malattie infettive (come per le piante!)

-fitoestrogeno (cioè estrogeno naturale, utile nel contrastare i disturbi della menopausa o delle sindromi metaboliche)

-protezione da colesterolo e trigliceridi elevati

Non presenta controindicazioni né effetti collaterali, ma se ne sconsiglia l’assunzione alle donne in gravidanza e allattamento, data la sua natura di fitoestrogeno.

Come ultima cosa, vorrei spendere alcune parole sullo stress, in generale, ossidativo e non. Non bisogna infatti mai dimenticare che, alla base dell’invecchiamento (quello cattivo, perché esiste anche un invecchiare buono, fisiologico, sano e felice), delle malattie cardiache, vascolari, nervose e chi più ne ha più ne metta, c’è lo stress mal gestito.

Spesso infatti, conduciamo stili di vita tremendi, siamo continuamente circondati da inquinamento di ogni genere (atmosferico, acustico, visivo, eterico…), ci alimentiamo male, siamo sconnessi, nervosi, stanchi, scompensati, tristi… E questo ci fa invecchiare sia nel corpo che nell’animo, questo asfissia le nostre cellule e le fa morire prima del dovuto o addirittura le fa impazzire, provocando malattie. In questi casi, hai voglia ad assumere integratori e antiossidanti!

Il resveratrolo così come ogni altro integratore è un potente alleato del nostro benessere, sostenendo il nostro corpo e la respirazione delle nostre cellule. Ma per la guarigione e il mantenimento della salute è di fondamentale importanza non tanto introdurre integratori quanto smettere di introdurre veleni nel nostro organismo, sia fisico che sottile. Altrimenti saremo come Sisifo, che nel mito greco è condannato da Zeus a trasportare pietre pesantissime in cima a un monte per poi vederle subito rotolare di nuovo giù!

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Bibiliografia e sitografia:

-Resveratrolo.info, http://www.resveratrolo.info/

-Tellone, Galtieri, Russo et al., Resveratrol: A Focus on Several Neurodegenerative Diseases, PubMed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4477222/

-Wikipedia.it, voce Resveratrolo, https://it.wikipedia.org/wiki/Resveratrolo

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