Prima di iniziare questa meditazione, sdraiati a pancia in su in una stanza in penombra, avvolta dal silenzio o con una musica rilassante in sottofondo. Connettiti al tuo respiro e, per qualche minuto, pensa solo a quello. Senti il tuo addome sollevarsi mentre inspiri e quando espiri lascia che ogni tensione scivoli via dal tuo corpo e venga accolta da Madre Terra, che tutto trasforma nel suo ventre generoso. Ascolta il tuo respiro. E’ grazie a questo alternarsi di vuoto e di pieno, questa altalena fra dentro e fuori, questo intervallo tra due apnee che tu sei viva. Ascolta il tuo corpo respirare e lascia che la Terra ti sostenga. Lascia andare ogni tensione, sempre di più ad ogni respiro, abbandonati al suo ritmo dolce. E’ il tuo ritmo, il ritmo della tua vita. Seguendo la sua danza, lascia andare ogni fardello, ogni pensiero, ogni contrazione muscolare inutile. Stai qui con te, sei al sicuro adesso. Respira… Quando senti di avere raggiunto uno stato di rilassamento e connessione, inizia la meditazione, che avrai letto alcune volte in precedenza per impararne i passaggi o che avrai registrato in modo da poterla ascoltare.
Ti svegli sdraiata sulla riva del mare. Il sole scalda il tuo corpo e le onde delicate ti lambiscono i piedi, fino alle caviglie. Sopra di te, il cielo è sereno, limpidissimo, e i gabbiani lo attraversano con ampi voli ad ali tese. Non ricordi nulla, se non che la notte prima c’è stata una grande burrasca e la tua nave ha fatto naufragio. Quando sei caduta in mare nel buio, prima di perdere i sensi, hai creduto che saresti morta e hai detto addio a tutto.
Invece ora ti sei svegliata qui. Ma non ricordi nient’altro. Non ricordi chi sei né che lavoro facevi o dove era diretta la nave su cui ti trovavi. Forse stavi scappando da qualcosa, forse stavi andando da qualcuno. Non ricordi, tuttavia ti senti molto tranquilla. I tuoi vestiti sono a brandelli, solo stracci ormai. Ti guardi intorno. La spiaggia è deserta: a parte te e i gabbiani non c’è nessun altro. Ti alzi in piedi ed esplori. La mareggiata della notte scorsa ha lasciato ammassi di alghe lungo la riva. Dopo la spiaggia inizia subito la foresta tropicale. Ci sono palme e liane, una vegetazione lussureggiante. Ti addentri nella foresta e vedi uccelli colorati che cantano volando bassi tra le fronde. Trovi anche un corso d’acqua limpida. La bevi e senti che è buona, fresca e placa la tua sete. Ti sciacqui il viso con quest’acqua dolce e giovane. Da un albero vicino a te pendono alcuni frutti maturi, arancioni e rotondi. Ne cogli uno e lo assaggi. E’ delizioso, la polpa è dolcissima, morbida. Mangiarlo ti sazia. Ora che sei all’ombra degli alberi, nella frescura, ti accorgi che la tua pelle abbronzata ha un forte odore di sale e di sole, intenso e buonissimo. Ti spogli dei brandelli di vestiti che ancora ti rimanevano addosso e resti nuda. Un brivido di puro piacere ti sale lungo la spina dorsale, contagiando poi ogni cellula del tuo corpo. Ti senti viva, sei completamente assorbita dal presente. Non hai memoria, né preoccupazioni. Hai tutto ciò che ti serve. Il profumo dell’aria che ti circonda sa di fiori e il torrente canta tra le foglie grandi che colorano l’ombra di tanti verdi diversi. Una farfalla enorme passa a pochi centimetri dal tuo naso e va a posarsi s’un fiore dai lunghi petali rossi. Inspiri ed espiri profondamente. Senti i muscoli delle spalle sciogliersi, come se per la prima volta dopo tantissimo tempo avessero lasciato andare un grande peso.
Quando lo desideri, torni sulla spiaggia, nel sole del mattino. Una leggera brezza spira dal mare. La sabbia è bianca e l’acqua così azzurra e luminosa da sembrare fosforescente. Cammini lungo la riva e d’un tratto, vicino alle alghe, trovi un oggetto che prima non avevi notato. Ti chini e lo raccogli, lo osservi rigirandolo fra le mani. E’ un oggetto che viene dal tuo passato e risveglia in te un ricordo. Uno solo. Continui a non sapere chi sei e da dove vieni, ma questo oggetto ha acceso una memoria che ora rifulge netta e isolata nella tua mente spaziosa. Assapora tutta la sua luce. Se si tratta di un ricordo gioioso, crogiolati nella gioia, senza pensare al passato e al futuro, a cosa è successo prima o dopo quel ricordo. Se si tratta di un ricordo doloroso, accetta la sensazione che porta con sé, accoglila, non rifiutarla. Lasciati attraversare dalla corrente di dolore e disperazione che evoca, vivila con ogni cellula, senza giudicare, senza pensare alle conseguenze. Concentrati sul ricordo soltanto, solo su quella immagine. E’ il tuo unico ricordo. Amalo. Amalo intensamente, che sia bello o che sia brutto, danza con lui lungo la riva del mare, lasciandoti trasportare dal ritmo del suo respiro. Guarda il ricordo respirare dentro di te, stringi l’oggetto fra le mani. Cullalo come un bambino.
Poi, quando ti senti pronta, lascia andare il ricordo. Lascialo passare attraverso di te come una folata di vento, per poi lasciarti libera. Lascia che si sciolga come una medusa arenata sulla sabbia, nel sole. Lascialo disfarsi, perché quel ricordo non sei tu. Se vuoi, lancia l’oggetto in acqua, offrendolo alla Dea del Mare, oppure seppelliscilo nel suolo scuro della foresta e offrilo alla Dea della Terra, oppure ancora, se vuoi, fai un piccolo fuoco e brucialo, offrendolo alla Dea dell’Aria e delle Nuvole. Liberati dell’oggetto rendendogli grazie, onora il tuo ricordo ormai scomparso. Le tue memorie sono la tua storia, ciò che ti ha resa quel che sei, e per questo devi onorarle. Ma esse ora non esistono più. L’unica ad esistere sei tu, viva, tutta intera, sola nel tuo immenso presente di luce. Continua a camminare sulla spiaggia, se vuoi corri, canta se vuoi, o tuffati in mare e nuota tra i pesci.
OM. Shanti. Shanti. Shanti.