La stagione calda, soprattutto se con un elevato tasso di umidità e bassa pressione come l’estate italiana di quest’anno, mette a dura prova la nostra circolazione, soprattutto le vene e i vasi linfatici degli arti inferiori, che si trovano a dover sospingere il nostro sangue carico di anidride carbonica e la linfa dai piedi fin su di nuovo al cuore (dal cuore il sangue verrà poi sospinto nei polmoni, che lo “ripuliranno” eliminando l”anidride carbonica e caricando l’emoglobina di ossigeno, per poi rimandare il sangue nel cuore, che provvederà, tramite il meccanismo delle sistole e diastole, a ridistribuirlo in tutto il corpo lungo la rete delle arterie).
Quando dai capillari, dopo aver ossigenato e nutrito le nostre cellule, il sangue entra nel sistema venoso che come un albero estremamente ramificato percorre tutto il nostro organismo, si trova a dover affrontare il viaggio di risalita verso il cuore andando contro alla legge di gravità. Per risospingerlo in alto, il nostro corpo attua dei meccanismi che lavorano in sinergia, perché ciascuno da solo non sarebbe abbastanza: tanto per cominciare negli arti inferiori sono presenti delle valvole che impediscono al sangue di fluire in senso contrario, ritornando ai capillari; un altro sistema è il massaggio muscolare: le vene decorrono a diretto contatto con i muscoli, e sfruttano ogni movimento che noi facciamo per favorire la risalita del sangue (ecco perché, dopo troppo tempo che stiamo seduti, ci sembra di non riuscire a tener ferme le gambe: le accavalliamo, le spostiamo continuamente, muoviamo i piedi. E’ il nostro corpo che cerca di aiutare le vene a spostare il sangue in alto!). Un altro meccanismo che entra in azione è la differenza di pressione nel torace: durante ogni inspirazione la differenza di pressione tra interno ed esterno crea un vuoto parziale, che letteralmente aspira il sangue verso il torace (questo meccanismo è particolarmente importante per la vena cava inferiore). Infine, c’è la forza aspirante del cuore, che funziona come una vera e propria pompa aspirante dinamica, non solo spingendo il sangue verso la periferia ma anche facendo sì che i ventricoli “inghiottano” un po’ di sangue a ogni diastole. Tutti questi meccanismi devono però combattere contro la forza di gravità e vengono indeboliti, come è facile immaginare, da vari fattori quali:
-la vita sedentaria, che causa stasi dei liquidi e irrigidimento dei vasi
-la dilatazione capillare
-la diminuzione della pressione sanguigna
-la perdita di tono muscolare e la perdita di tono delle pareti venose
Lo stesso discorso vale per il sistema linfatico, che trasporta il prezioso liquido linfatico (ricco di acqua, proteine, lipidi e linfociti) attraverso tutti i nostri tessuti, ripulendoli allo stesso tempo dalle tossine.
A parte la vita sedentaria, le altre cause di indebolimento del flusso del sangue verso il cuore – e cioè della cosiddetta stasi venosa – sono spesso anche legate alla temperatura dell’ambiente. Il caldo afoso fa scendere la pressione, dilata i vasi sanguigni (che cercano così di disperdere calore!) e rilassa il tono dei tessuti. Ed è un attimo d’estate sentire le gambe pesanti, gonfie, edematose. Al di là della sgradevolezza della sensazione, che può diventare anche dolorosa se trascurata, bisogna tener presente il rischio corso dai nostri vasi e dalle cellule delle nostre gambe, sovraffaticati e poco ossigenati e attaccati dai radicali liberi: edemi, flebiti, varici, cellulite, mialgie…
Fortunatamente, esistono varie strategie per proteggere e soccorrere le nostre gambe. Alcune provengono dal mondo delle erbe, sempre generoso e ricco di soluzioni, altre invece hanno a che fare con lo stile di vita e l’alimentazione, e non sono altro che piccoli ma grandi accorgimenti.
1) Evitare il più possibile la vita sedentaria (questo sempre, non solo d’estate): svolgere attività aerobica, anche semplici camminate vanno benissimo, se possibile all’aria aperta, per massaggiare con il movimento muscolare il nostro sistema circolatorio e ossigenare i tessuti (la respirazione è uno dei metodi principali con cui il nostro corpo si libera dalle tossine, non dimencatelo).
2) Seguire una dieta povera di proteina animali (evitando il più possibile i latticini, che andrebbero anzi del tutto eliminati): le proteine animali contengono acido arachidonico e acido urico, sostanze infiammatorie che producono infiammazione e gonfiore, sovraccaricando il nostro sistema immunitario e rallentando il flusso del sangue. Mangiare invece verdura e frutta a volontà, meglio ancora se cruda, soprattutto nella bella stagione. Frutta e verdura sono ricche di minerali, vitamine e acqua, alcalinizzano il nostro sangue, facendolo scorrere più facilmente e combattendo i rischi causati dai radicali liberi (invecchiamento venoso, ateromi), mentre allo stesso tempo ci aiutano a ripulirci dalle scorie, dagli acidi e dalle colle. Occorre tener presente che un buono stato di salute a lungo termine non può prescindere da un’alimentazione corretta. (Frutta e verdura biologiche andrebbero sempre preferite: infatti, oltre a non contenere pesticidi e additivi chimici tossici e potenzialmente cancerogeni, sono anche migliori per la nostra Madre Terra, troppo a lungo avvelenata dai prodotti utilizzati nell’agricoltura convenzionale, che depreda la Terra delle sue sostanze nutritive non restituendole nulla in cambio, anzi…. )
3) Ci sono numerosissime piante che possono sostenere il sistema venoso e il linfatico. Fra queste, le più efficaci e studiate sono: la vite rossa (Vitis vinifera), che contiene i principi attivi resvertatrolo e opc e il cui estratto titolato (reperibile agevolmente sotto forma di compresse) svolge una potentissima azione antiossidante; la curcuma (Curcuma longa), altro grande antiossidante e detossificante epatico con il suo elevato contenuto in curcuminoidi; gli estratti titolati di ippocastano (Aesculus hippocastanum), centella asiatica (Hydrocotile asiatica), Gingko biloba e mirtillo (Vaccinium mirtillus) svolgono un’importante azione flebotonica, rinforzando le pareti dei vasi e donando una sensazione di leggerezza, così come le tinture madri di cipresso, amamelide e pungitopo (il famoso Ruscus aculeatus).
Esistono sul mercato prodotti che contengono alcune di queste piante in sinergia.
Anche il mondo della gemmoterapia offre vari rimedi (e bisogna ricordare che tutti i gemmoderivati, oltre all’azione specifica svolta da ciascuno, stimolano la depurazione e la rigenerazione dei tessuti): castagno (Castanea vesca), limone (Citrus limon), noce (Juglans regia), oltre al celebre ippocastano, che svolge la stessa funzione flebotonica anche sotto forma di gemmoderivato.
Per via esterna invece il suggerimento è di applicare un fresco gel di ippocastano con olio essenziale di pistacchio (Lentisco pistacia) e di cipresso (Cupressus sempervirens).
4) Un grosso aiuto può venirci anche dall’acqua: fare docce con acqua fredda e pediluvi, per restringere e tonificare vasi e tessuti.
5) Ci sono infine alcune posizioni yoga molto interessanti per facilitare il flusso sanguigno e linfatico. Una delle più efficaci è senza dubbio la posizione detta della “candela” o “tutto il corpo sostenuto” (Salamba sarvangasana) e a questo link potete trovare la sue descrizione dettagliata: www.nelboscodelladea.com/2015/07/18/salamba-sarvangasana-tutto-il-corpo-sostenuto
Bibliografia:
–Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia, Tecniche Nuove, Milano 2005
-Campanini E., Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, Milano 2004
-Santagà D., L’albero della naturopatia, Editoriale programma, Treviso 2014